CATANIA – Ufficio passaporti: dipendenti sul piede di guerra. La ressa davanti ai cancelli dove si ammassa l’utenza prima dell’apertura degli uffici, un vociare continuo che complica il lavoro degli operatori, sistemi di condizionamento rumorosi ai limiti dell’umana. Questa è la fotografia di una giornata tipo all’ufficio passaporti di Viale Africa, da tre mesi a questa parte, in seguito al trasferimento dei locali nella nuova sede. La denuncia arriva dal coordinatore provinciale Fp Cgil, Giuseppe Russo, impegnato stamane con i suoi colleghi in un’assemblea sindacale finalizzata a denunciare “il persistente caos organizzativo”, che si vive negli uffici di viale Africa. I dipendenti, una cinquantina in tutto, sono in stato di agitazione e pronti a dare battaglia. Il primo risultato, i dipendenti dell’ente, lo hanno raggiunto questa mattina: è stato apposto un cartello segnaletico all’esterno dell’ufficio in modo tale da consentire agli utenti di raccapezzarsi senza chiedere informazioni al personale di vigilanza. Del resto gli sportelli non sono pochi: passaporti, porto d’armi, licenze, stranieri, uffici contabili. Ma le criticità non si fermano qui. Una volta ottenuta l’indicazione, l’utente entra nella zona riservata al pubblico ed è il rumore a farla da patrone.
Non ci sono, infatti, pareti isolanti in grado di separare questa zona con quella vissuta dagli operatori. “E’ tutto un vociare”, denuncia Russo. “La situazione è aggravata dall’assenza di elimina coda intelligenti che possano ripartire il pubblico verso i vari sportelli allocati in un unico vano”. Ai disagi per l’utenza si sommano quelli dei dipendenti, costretti ad utilizzare un ascensore “parzialmente guasto si ferma solo al secondo piano”. Il terzo piano, invece, si raggiunge soltanto a piedi. Cosa che capita spesso ai dipendenti che devono fare una semplice fotocopia. “Le pulizie non sono adeguate alla nuova struttura”, continua Russo che sottolinea anche le carenze di personale legato al duplice fenomeno del blocco dei concorsi e della mancata sostituzione del personale in pensione. Eppure il lavoro da svolgere non è poco. “Riceviamo ogni giorno centinaia di persone e spesso lavoriamo fino alle venti, invece di chiudere gli uffici alle diciotto, per garantire il servizio agli utenti”, spiega Russo. Individuate le criticità, adesso gli impiegati attendono la convocazione di un tavolo di confronto con il questore.