MESSINA – Sono andati avanti per ore i rilievi dei Ris sul luogo della tragedia nella fabbrica dei fuochi d’artificio “Costa” di Barcellona Pozzo di Gotto. Un’attività tecnico-scientifica che punta ad accertare le dinamiche del terribile incidente che è costato la vita a cinque persone, tra cui la moglie del titolare. Sul posto il pm Matteo De Micheli, coordinato dal procuratore capo Emanuele Crescenti, che ha descritto “scene terribili e apocalittiche”: si indaga per strage colposa.
Sono stati ascoltati i residenti della zona, fuggiti dalle proprie case dopo un “boato che sembrava un terremoto”, avvertito anche nei paesi limitrofi. Il drammatico bilancio registra anche due feriti in condizioni gravissime, trasportati all’ospedale di Catania e di Palermo. Le esplosioni sarebbero state due: in pochi secondi, verso le 17 di ieri, la tragedia si è abbattuta sulla fabbrica-deposito di Vito Costa e dei figli, che si trova nelle campagne di Barcellona Pozzo di Gotto, in contrada Cavalieri – Femmina morta.
Sono cinque i morti, trovati dopo ore di estenuanti ricerche tra i detriti, vittime dell’esplosione che si è sentita nei quattro comuni del circondario, Barcellona, Merì, Milazzo e Terme Vigliatore, mentre le fiamme distruggevano il vecchio casolare che ospitava l’industria di articoli pirotecnici di prima, seconda e terza categoria. Dopo l’allarme polizia, carabinieri, vigili del fuoco e operatori delle ambulanze sono andati al casolare isolato nella campagna soccorrendo i feriti, recuperando cadaveri e cercando informazioni per sapere con esattezza quante persone vi fossero.
Al momento dell’esplosione quattro operai di una ditta d’infissi stavano montando delle porte in ferro: quattro – non sono stati resi noti i nomi – sono morti insieme alla moglie di Costa, Venera Mazzeo, 71 anni. In ospedale sono stati ricoverati con ustioni e in gravi condizioni, Bartolomeo Costa, 37 anni, figlio del proprietario della fabbrica e della vittima – trasferito al Centro Grandi ustioni di Palermo – e Antonio Bagnato, anche lui lavora nella ditta.
Il balletto delle cifre sulle vittime e sui dispersi è durato fino a sera. Poi un uomo è stato trovato vivo sotto le macerie. Una gioia durata poco tempo perché è poi morto in ospedale. La Procura di Barcellona Pozzo di Gotto ha aperto un’inchiesta per capire le cause di questo dramma che ha sconvolto la vita di diverse famiglie. Secondo le prime testimonianze sarebbero stati gli operai della ditta esterna a causare le esplosioni. Il capitano dei carabinieri Giancarmine Carusone che comanda la compagnia di Barcellona, dice: “Dai primissimi accertamenti sembra ci siano state due esplosioni perché all’interno della fabbrica c’erano degli operai con delle saldatrici: le scintille avrebbero raggiunto la polvere pirotecnica causando le esplosioni”.
La ditta di Vito Costa è conosciuta in tutto il Messinese. Ha aperto anche un punto vendita diretto in Salita 1 del Carmine a Barcellona PdG, e organizza eventi, giochi pirotecnici sia per feste di privati sia in eventi di enti pubblici o religiosi come le feste patronali. “La massima qualità a prezzi esplosivi” è il motto della ditta. “Siamo rammaricati, è una tragedia enorme per la nostra comunità, sono persone che conoscevo e grandi lavoratori”, dice il sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto Roberto Materia.
“La famiglia Costa – prosegue – diverse volte ha partecipato alla vita cittadina organizzando feste con fuochi d’artificio per il Comune o per le parrocchie”. Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, ha espresso il cordoglio personale alle famiglie delle vittime. “Un ringraziamento ai vigili del fuoco e alle forze dell’ordine – dice – che stanno operando sul luogo dell’incidente alla ricerca di eventuali feriti e per ricostruire la dinamica dello scoppio”. Il Codacons ha fatto un elenco delle vittime a causa di esplosioni in fabbriche di giochi pirotecnici dal 2000. Il bilancio è di 68 vittime. “Una vera e propria strage che riporta la questione della sicurezza in primo piano. Servono più controlli presso tali strutture e occorre verificare costantemente il rispetto delle norme di sicurezza”, afferma il presidente Carlo Rienzi.
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Non ci sono indagati. Nel frattempo sono state identificate tutte le vittime della tragedia. Oltre alla moglie del titolare, Venera Mazzeo, 71 anni, hanno perso la vita gli operai della ditta Bagnato di Merì – in provincia di Messina – che stavano effettuando dei lavori per rendere più sicuro il fabbricato montando delle porte in metallo: Mohamed Taeher Mannai, 39 anni, Giuseppe Testaverde, 34 anni, Vito Mazzeo, 23 anni e Fortunato Porcino, 36 anni. Migliorano le condizioni di Nino Bagnato, ricoverato al centro grandi ustioni di Catania, figlio del titolare della ditta che stava effettuando i lavori. Proprio sull’attività degli operai si concentra l’attenzione degli investigatori. La duplice esplosione che ha provocato la distruzione della fabbrica sarebbe scaturita da alcune scintille provocate dalla saldatrice utilizzata nei lavori. Stamattina in contrada Cavalieri-Femmina morta arriveranno anche gli investigatori del Ris di Messina e gli specialisti del nucleo investigativo antincendi. Il procuratore di Barcellona PdG, Emanuele Crescenti ha detto: “Stiamo cercando di fare il punto della situazione che presenta diversi aspetti da chiarire. Nella notte si e’ trattato soprattutto di lavorare per mettere in sicurezza il sito da parte dei vigili del fuoco e del Genio militare”. Il magistrato ha confermato che gli operai stavano sistemando dei cancelli quando è avvenuta l’esplosione che ha interessato prima un locale e poi altri della fabbrica. Un’esplosione – ha detto – “causata anche da una poca attenzione”.