PALERMO – “Per guidare il dipartimento della Programmazione pensiamo a un dirigente esterno. Non cambierà invece il ragioniere generale. Sostituiremo poi un paio di dirigenti. Perché un esterno? Ce lo consente la legge. Possiamo per legge utilizzare tre dirigenti esterni, e così faremo”. Lo ha detto il presidente della Regione Nello Musumeci, intervenendo alla trasmissione “Casa Minutella” su Trm.
Il presidente della Regione annuncia che lo spoils system avverrà in tempi brevissimi. Tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima scatterà il valzer dei dirigenti. “Pochissimi resteranno al loro posto, altri ruoteranno”, dice Musumeci. E qualcuno non sarà riconfermato.
Musumeci in trasmissione non fa i nomi. Secondo le indiscrezioni che circolano a Palazzo, per la Programmazione Vincenzo Falgares dovrebbe passare il testimone all’esterno Roberto Sanfilippo. Falgares andrà a guidare un altro ufficio, forse il dipartimento degli Affari extraregionali. Giovanni Bologna resterà alla guida della ragioneria generale. L’altro esterno in avvicinamento è Gianni Bocchieri, siciliano alla guida della formazione professionale in Regione Lombardia. Ci sarebbe un suo assenso di massima ma serve ancora qualche passaggio burocratico. Possibile un cambio anche all’Agricoltura.
Nel corso del programma, invece, Musumeci parla del nuovo assessore ai Rifiuti. Rispondendo a una domanda sulla mancata nomina del successore di Vincenzo Figuccia (sei settimane dopo le sue dimissioni), il governatore spiega: “Ho individuato un possibile assessore tecnico in quota Udc, persona perbene e molto preparata, autore di diversi libri sulla materia. Ci siamo incontrati, ha mostrato disponibilità. Da persona seria qual è mi ha detto che prima voleva rimuovere alcune incompatibilità, ciò mi dimostra la sua serietà. Sono sereno, entro qualche giorno cesserà questo ‘vuoto’, solo apparente, visto che sono io ad avere la delega e a dedicarmi a questo tema”. Il nome è quello di Alberto Pierobon, il veneto che è già stato impegnato nella gestione dell’emergenza rifiuti in Campania. Musumeci è fiducioso di incassare il suo sì entro febbraio.
A proposito di rifiuti, Musumeci conferma con poco entusiasmo che la Regione ne porterà una parte fuori dalla Sicilia, per prolungare i temi di vita delle discariche mentre ci si attrezza per soluzioni più a lunga scadenza. “Ho trovato le discariche sature, alcuni intanto dobbiamo portarli fuori dalla Sicilia. Il compito del governo è ridurre il conferimento nelle discariche, creare impianti di compostaggio nelle nove province e sollecitare i comuni a operare sul fronte della raccolta differenziata: sono ancora 290 che non lo fanno”, dice il presidente.
Un problema annoso quello dell’immondizia. Intrappolato in un lunghissimo dibattito. “Se ne parla da 20 anni? Ma io che c’entro? Non avevo mai messo piede alla Regione – risponde Musumeci -. Ma lo risolverò una volta per tutte. Certo, bisogna cambiare la legge 9 del 2010. Ogni Provincia dovrà essere autonoma nel ciclo dei rifiuti. Ogni provincia dovrà fare la propria discarica, il proprio impianto di trattamento. Il fatto che i rifiuti di una provincia finisca in un’altra provincia è illogico”.
Musumeci rivendica la sua scelta di rinviare nomine definitive per il sottogoverno a dopo le elezioni, boccia il Rosatellum auspicando un ritorno alla preferenza e risponde sui malumori nel suo movimento Diventerà Bellissima così: “Se c’è dissenso vuol dire che non esiste un “padre padrone””. Inciucione in vista tra Forza Italia e Pd? “Spero proprio di no. Per il bene di Renzi, per il bene di Forza Italia e del centrodestra”.
Il Ponte sullo Stretto? “È un’opera importante, non la più importante in questo momento. Se il ponte può essere realizzato, con soldi privati, è bene che sia realizzato. Nel frattempo noi ci dobbiamo impegnare a intervenire sulla rete viaria, a cominciare da quella ferroviaria. Nel 2023 la prima pietra? Mi piacerebbe che i miei nipoti possano raccontare che a porre quella pietra sia stato anche ‘Nonno Nello’”.
L’ultima battuta per rispondere alal domanda del conduttore sul “no” più difficile pronunciato da quando è a Palazzo d’Orleans. “L’ho detto a un alto dirigente della Regione che mi ha chiesto di essere confermato”.