Abolito capo di gabinetto all'ex Provincia di Palermo

Una poltrona per troppi: niente capo di gabinetto all’ex Provincia di Palermo

Lagalla aumenta le poltrone del suo staff
CITTA’ METROPOLITANA
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PALERMO – Troppi pretendenti per una poltrona che rischiava di far deflagrare la coalizione di centrodestra all’ex Provincia di Palermo e così meglio abolirla o, più che altro, renderla al momento indisponibile con buona pace degli alleati. Il sindaco metropolitano Roberto Lagalla tira il classico asso fuori dalla manica e con un decreto ha di fatto abolito la carica di capo di gabinetto a Palazzo Comitini.

La lite tra Fratelli d’Italia e nuova Dc

L’uscente Maurizio Lo Galbo, nominato un anno fa perché vicino all’ex assessore Toto Cordaro transitato in Fratelli d’Italia, non verrà riconfermato: la mini-proroga di inizio mese, con scadenza 31 agosto, è scaduta e Lagalla ha scelto di non rinnovare la fiducia al suo capo di gabinetto. Una decisione frutto del pressing dei meloniani che hanno accusato Lo Galbo di dialogare con la nuova Democrazia cristiana di Totò Cuffaro; una lite fra alleati, con possibili ripercussioni perfino sulle elezioni di Bagheria del prossimo anno, a cui potrebbe partecipare proprio Lo Galbo come candidato sindaco.

Tutto affidato al direttore generale

Lagalla aveva deciso di indire una manifestazione di interesse per nominare un nuovo capo di gabinetto: un posto di prestigio a cui miravano sia Fdi (era circolato il nome di Angelo Pizzuto) che la Dc, oltre a solleticare gli appetiti degli altri partiti della coalizione. Il sindaco ha capito che uno scontro interno al centrodestra sarebbe stato deleterio, specie col bilancio consuntivo in arrivo al comune di Palermo, e così ha optato per una soluzione salomonica: le funzioni di capo di gabinetto saranno svolte, almeno per ora, dal direttore generale dell’ex Provincia, Nicola Vernuccio, senza un euro in più e in attesa della riforma delle province.

Nuovi posti nello staff

Con lo stesso decreto il sindaco ha anche messo mano al suo staff con un doppio colpo: da un lato ha creato la figura di capo della segreteria tecnica, chiamato a vigilare sui finanziamenti regionali, nazionali ed europei, dall’altro ha rinominato il suo segretario come “capo della segreteria particolare”. Una carica, quest’ultima, attualmente ricoperta dal fedelissimo Toni Zito che a breve, però, dovrebbe traslocare a Palazzo delle Aquile con le stesse funzioni, rendendo le due caselle di Palazzo Cominiti libere per future nomine.


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