Una società e due rendimenti |Prevale il settore giovanile

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31 Marzo 2016, 08:30

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PALERMO – Ripartiamo dalla cronaca di qualche ora fa, la formazione Primavera del Palermo ha perso la finale del Torneo di Viareggio contro la Juventus per 3-2 dopo una gara al cardiopalma nel confronto con uno dei migliori vivai giovanili al momento d’Europa. Un risultato certamente che lascia l’amaro in bocca alla dirigenza del club rosanero, alla luce delle prestazioni messe in campo dai ragazzi del tecnico Bosi durante il torneo giovanile più famoso d’Italia, ma allo stesso tempo tanta soddisfazione per un cammino che in molti si attendevano visti i risultati conseguiti nel proprio girone del campionato Primavera proprio dai rosanero (secondi a quota 46 dietro la Roma con tre punti di vantaggio a quattro giornate dal termine del campionato, ndr).

Un rendimento diametralmente opposto a quello della prima squadra accentuato a ben vedere dalle recenti gesta di La Gumina e compagni nelle ultime due settimane. Mentre la Primavera, e a ben vedere anche le altre compagini giovanili come l’U17 e l’U15, inanellava risultati positivi la squadra impegnata in serie A non è stata in grado di bissare il campionato dello scorso anno galleggiando prima poco sopra la zona retrocessione fino a finirci prima della sosta pasquale. A pesare sullo scarso rendimento dei cosiddetti ‘big’ c’è poi da sommare la girandola di cambi in panchina che ha inficiato a più riprese la serenità di un gruppo che a otto giornate dal termine non ha ancora trovato una sua identità.

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A pesare sulla bilancia dopo trenta giornate di campionato c’è poi di sicuro la pressione a cui sono sottoposti i giocatori della prima squadra, che a differenza dei loro più giovani colleghi sono anche pagati maggiormente per reggere ad un carico di responsabilità di tutt’alto tipo. In alcuni frangenti agli uomini di Novellino, chiamato a salvare la formazione rosanero da una retrocessione che diventa più concreta giornata dopo giornata, servirebbe forse proprio una dose di quella ‘fame’ vista negli occhi dei baby di Giovanni Bosi, capaci di rispondere anche quando tutto gli remava contro al cospetto di squadroni come Juventus ed Inter, e allo stesso tempo spensieratezza o libertà mentale che nella maggior parte dei casi permette di compiere gesti atletici o chiudere quell’ultimo passaggio che contrariamente non riesce quasi mai con timori reverenziali. In parte una piccola rivoluzione è già iniziata (si veda l’impiego dei vari Bentivegna, Pezzella, Alastra e lo stesso La Gumina anche se per pochissimi minuti, ndr) anche se la strada da percorrere per far in modo che i successi delle giovanili si trasferiscano anche nel palcoscenico della serie A sembra ancora lunga e lastricata d’ostacoli.

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31 Marzo 2016, 08:30

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