CATANIA – Sono dati allarmanti quelli diramati come ogni anno dal Sole 24 Ore in materia di Università dove Catania è stata collocata al 56° posto su 61. Carenze di offerte formative valide, piani di studio “fotocopia”, lauree specialistiche sempre meno gettonate spiegano gli studenti. Una panoramica possibile grazie all’incrocio dei dati raccolti ogni anno dal Ministero.
Giuseppe Campisi, di Udu Catania: “Il nostro Ateneo a nostro avviso ha smesso di essere l’avamposto per un futuro migliore di tutti gli studenti della nostra realtà. Il dato che ci preme sottolineare riguarda l’attrattività che si contrappone ad una fuga costante dei propri studenti. Crediamo che non basti per esigenze veramente economiche ed opportunistiche mascherare le carenze strutturali del nostro ateneo aprendo alcuni corsi di laurea quando gli stessi corsi propongono un’offerta formativa fotocopia”.
Ogni anno va peggio. Confrontando i dati odierni con quelli dell’anno scorso pare evidente il declino dell’Ateno etneo: Catania è scesa infatti di ben 5 posizioni. Verona, Trento e Milano sono le città collocate sul podio, seguite poi da Bologna, Padova, Milano Bicocca e Siena. Tutte città del nord insomma: ma qual è il problema della nostra Università? “Quelli diffusi sono segnali inequivocabili – commenta Campisi – soltanto lo 0,3% degli studenti iscritti a Catania proviene da altre regioni d’Italia, sono davvero tanti poi i ragazzi che dopo aver conseguito la laurea triennale decidono di emigrare fuori. Occorre un confronto serio ed immediato. Questa classifica come quelle degli anni passati, anche se molto opinabile per gli indicatori che mette a confronto, ci mette comunque di fronte ad un dato inconfutabile – conclude – Bisogna iniziare a rivoluzionare partendo dagli studenti e dalle loro esigenze e non farlo essere come sta accadendo oggi un ring di battaglia politico istituzionale dimenticando lo scopo stesso dell’università”.
Il Rettore Giacomo Pignataro interverrà presto sulla vicenda.
