Prestava 5 per ottenere più di 20, la squadra mobile lo arresta. Antonino Costantino, 39 anni, messinese, commerciante, è stato arrestato in flagranza di reato mentre intascava una parte degli interessi vertiginosi che aveva posto alla base di un prestito fatto ad un imprenditore in crisi. La vittima nel novembre 2011 si era rivolto a Costantino per un prestito da poco, appena 5.000 euro. L’accordo con il creditore era, ovviamente, tutto a vantaggio di quest’ultimo: restituirne 6.500 entro 30-40 giorni. E la vittima ci riesce, salda il suo debito entro dicembre, convinto che 1.500 euro in più siano guadagno sufficiente per Costantino.
Ma qualcosa non quadra, l’esoso creditore non gli restituisce l’assegno in bianco che, al momento del prestito, aveva preteso come garanzia. Gli dice che lo ha dimenticato a casa, che glielo restituirà a breve. Non è così. Quell’assegno nelle sue mani diviene il punto di forza dell’usuario, che alla vittima impone il pagamento di altri 14mila euro. Troppi. L’imprenditore si ribella e denuncia i fatti alla squadra mobile. Scatta il piano per incastrare Costantino, che nel frattempo, come alternativa al denaro, aveva posto la cessione di oggetti in oro. All’appuntamento per la consegna dei monili, fissato in un bar della zona sud, c’è anche la polizia. Costantino viene arrestato per usura ed estorsione. Giuseppe Anzalone, capo della squadra mobile di Messina, rileva come, riuscire, da parte delle vittime, a sottrarsi al giogo dell’usura, e trovare il coraggio di denunciare i fatti, è fondamentale per interrompere quel rapporto di dipendenza che si instaura tra vittima ed usuraio.