Vaiolo delle scimmie, Ecdc: “Può essere grave in bambini, donne incinte e fragili" - Live Sicilia

Vaiolo delle scimmie, Ecdc: “Può essere grave in bambini, donne incinte e fragili”

Come può avvenire il contagio, chi rischia di più, le differenze con il Covid

ROMA – Arrivata la prima sequenza del vaiolo delle scimmie: è stata ottenuta in Portogallo da un gruppo di ricerca. Nuovo caso ad Arezzo, è il quarto in Italia. La maggior parte dei casi attuali in Europa “si è presentata con sintomi di malattia lievi e, per la popolazione più ampia, la probabilità di diffusione è molto bassa”. Così l’Ecdc che riferisce di 67 casi in nove paesi Ue. I casi sono stati segnalati in Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia.

Il contagio, ricordano gli esperti, può avvenire attraverso il contatto ravvicinato della mucosa o della pelle non integra con materiale infettivo di lesioni, o attraverso grandi goccioline respiratorie durante il contatto prolungato faccia a faccia. “Tuttavia, la probabilità di un’ulteriore diffusione del virus attraverso uno stretto contatto, ad esempio durante le attività sessuali tra persone con più partner, è considerata alta”.

E se questo è l’alert segnalato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, Maria Van Kerkhove, a capo della ricerca sulle malattie emergenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che è possibile contenere la trasmissione dei casi di vaiolo delle scimmie nei Paesi in cui la malattie non è endemica.

Stando a quanto emerge inoltre quello che sta circolando in Europa e del quale è stata ottenuta la sequenza genetica, è il ceppo meno aggressivo del virus del vaiolo delle scimmie, quello originario dell’Africa occidentale, ma resta da capire quali siano le cause di questa diffusione fuori dal continente africano.

“Dal punto di vista scientifico -spiega il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca – è importante capire perché il virus si sia diffuso fuori dall’Africa, senza alcuna connessione apparente fra gli individui infetti, con casi che non sarebbero associati né a viaggi in Africa né all’importazione di animali malati”, rileva l’esperto.

“Dal punto di vista sanitario non c’è allarmismo – prosegue – perché al momento ci sono stati soltanto casi di malattia lieve; inoltre l’infezione è avvenuta nella fascia d’età compresa fra 20 e 50 anni e questo è indicativo perché è la fascia scoperta dal vaccino del vaiolo. Questo – aggiunge – fa supporre che il vaccino contro il vaiolo copra ancora a distanza di anni”.

Per Broccolo “un altro motivo di preoccupazione, ma non di allarme, è che la malattia, a differenza del Covid-19, non è asintomatica e non passa inosservata, ma è ben visibile per le vescicole su mani, piedi e viso”. L’attenzione, di conseguenza, “in questo momento è soprattutto di natura scientifica: si tratta di capire perché fino al 13 maggio si osservavano solo una manciata di infezioni confinate in Africa e in altri Paesi solo pochissimi casi sporadici, legati a soggetti provenienti dall’Africa o all’importazione di animali infetti”.

Dal 13 maggio, prosegue Broccolo, “assistiamo a un fiorire di infezioni, apparentemente non connesse fra loro. Questo potrebbe significare che non è avvenuta alcuna infezione interumana”. Ci si domanda, per esempio, se il virus stia mutando e se stiano avvenendo mutazioni che ne facilitino la diffusione e se i casi connessi fra loro derivino dallo stesso ceppo o da ceppi indipendenti.

Le persone colpite dal monkeypox e ricoverate sono in condizioni non preoccupanti, ma “il virus del vaiolo delle scimmie può causare malattie gravi in alcuni gruppi di popolazione, come bambini piccoli, donne in gravidanza e persone immunosoppresse“.

Relativamente ai casi che si stanno diffondendo a livello europeo e internazionale, “sono necessarie ulteriori indagini per stimare con precisione il livello di morbilità e mortalità in questo focolaio”, puntualizzano gli esperti. “Le persone infette” “dovrebbero rimanere isolate fino alla caduta delle croste” che si creano a seguito dell’eruzione cutanea causata dalla malattia, “e in particolare dovrebbero evitare contatti ravvicinati con persone immunosoppresse e animali domestici”. Quanto ai contatti stretti dei casi di vaiolo delle scimmie questi “dovrebbero auto-monitorarsi per verificare l’eventuale sviluppo di sintomi per 21 giorni dopo l’ultima esposizione”, aggiunge l’Ecdc. L’agenzia Ue continuerà a “monitorare da vicino gli sviluppi e aggiornerà la valutazione del rischio non appena saranno disponibili nuovi dati e informazioni”.


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