Vasile, la tradizione agatina |uno spunto per opere d’arte - Live Sicilia

Vasile, la tradizione agatina |uno spunto per opere d’arte

La Santuzza – come amano chiamarla i cittadini tutti devoti tutti - realizzata da Giovanni Vasile, un giovane amante dell’arte ed in particolar modo segnato dalla passione per la riproduzione artigiana del busto agatino “incrostato di gioielli”.

Una delle opere di Vasile

CATANIA – Né ceramista, né orafo. Un artista a metà strada con un grandissimo senso estetico ed una innata manualità. Un artista devoto di Sant’agata, la santa protettrice di tutti i catanesi, di nascita o acquisiti, come è, appunto, Giovanni Vasile. Non indossa “ u saccu” il tradizionale abito, bianco per gli uomini e verde per le donne, ma manifesta la sua fede lavorando alacremente alla realizzazione del mezzo busto. “Quando mi trasferii a Catania – racconta – per frequentare la facoltà di medicina, rimasi colpito dalla magnificenza della festa e dall’opulenza del busto di Agata”. Proprio in quegli anni si manifesta con determinazione la passione per l’arte, coltivata sin da bambino. “Semplicemente è esplosa, ed io non potevo più non assecondarla. Cimentandomi nel ruolo di interior designer ho avuto grandi soddisfazioni e, soprattutto, si sono create le condizioni per portare avanti con le mie sole forze progetti impegnativi”.

Da autodidatta, quindi, compie un percorso di studio che lo porta a creare le teste di Moro impreziosite da pietre dure e monili colorati, in un’attività di restyling di un oggetto nato dalla leggenda popolare dei due amanti clandestini poi decapitati le cui teste, appunto, furono esposte, a partire dalla dominazione araba in Sicilia, sui balconi. “Mi ritrovai tra le mani alcuni libri dedicati ad Agata che iniziai a studiare con molto interesse”. Il busto argenteo, per la prima volta realizzato da Giovanni di Bartolo, su incarico dell’allora vescovo di Catania, Marziale e la composizione particolarmente complessa dei monili che lo adornano solleticano la curiosità di Giovanni, impegnato a raccontare le storie che ruotano attorno ai pregiati gioielli donati: dalla spilla di Riccardo Cuor di Leone ai due grandi angeli, posti ai lati del busto, alla collana del XV secolo incastonata di smeraldi, donata – forse – dal popolo di Catania, passando per il collare della Legione d’Onore francese appartenuto al musicista catanese Bellini, fino ad arrivare alle croci pettorali appartenute ai vescovi catanesi, quali Dusmet, Francica Nava e Ventimiglia.

Il primo esemplare firmato Vasile, realizzato anni or sono, è talmente piaciuto ai proprietari dello storico bar della marina della nostra città, l’Etoile d’Or che ne commissionarono ben tre, segnando l’inizio di un filone di pezzi numerati ed ognuno diverso dall’altro in moltissimi dettagli. Tra i committenti, diversi imprenditori catanesi e non solo, conservano il busto della Santuzza più o meno gelosamente, consapevoli del fatto che si tratta di un’opera unica. “Il mio lavoro – racconta – prende spunto da un calco che rivisito poi interamente, applicando pietre dure, quali radici di rubino e smeraldo, montate su argento che acquisto al mercato indiano e che vanno a comporre la fitta trama di gioielli che incrostano ogni parte del busto”. Di incrostazioni, infatti, occorre parlare, appunto per la minuzia e la precisione che segna l’applicazione di singole pietre o di certosine composizioni quali quelle che definiscono le spille poggiate sulla chioma femminile. L’evoluzione naturale di questa passione trasformata in lavoro porta alla versione handmade del busto in argilla, materia prima che per la prima volta decide di lavorare. “Ho realizzato la testa di Sant’Agata, in esposizione a partire da stasera nei locali de “Le Dome”, in piazza Duomo da cui poter godere del magnifico spettacolo dei giochi pirotecnici della nota “sira o tri”.

E chissà che ben presto, dopo il legno e l’argilla, non arrivi la ceramica smaltata sulla quale applicare gioielli. “Mi stuzzica molto l’idea delle incrostazioni”- le definisce così con una punta di orgoglio. D’altronde le sue creazioni rappresentano un unicum nel panorama, conosciute da una nicchia che tende ad aprirsi a molti estimatori. Ti piacerebbe se diventasse una professione? “Sono legato ad ogni singolo manufatto e mi auguro sempre che nelle case in cui troverà dimora possa ricevere il giusto apprezzamento. Magari un giorno si, diventerà una professione – risponde sorridente – mentre ordina una serie di bozzetti top secret che ritraggono soggetti dell’iconografia agatina.

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