PALERMO – Da domani la “nuova alleanza” che già qualcuno ha definito un vergognoso inciucio sarà ufficiale. I leader siciliani del Partito democratico, dell’Udc e del Nuovo centrodestra si incontreranno all’Hotel delle Palme, al centro di Palermo. Per la prima volta, i democratici e i rappresentanti di quella che a Roma è già diventata “Area popolare” si vedranno in veste di “alleati”. Un passo che potrebbe preparare quello ancora più “decisivo” dell’ingresso degli alfaniani in giunta. Ma su questo punto, il partito è spaccato.
“Domani – conferma il coordinatore regionale di Ncd, Francesco Cascio – incontreremo i potenziali alleati di domani in Sicilia. Inizieremo a sondare il percorso da compiere insieme. Vedremo anche cosa ci proporranno gli attuali partiti della maggioranza e sulla base di quello prenderemo le nostre decisioni”. A dire il vero, l’ex presidente dell’Ars raffredda per il momento le ipotesi di ingresso immediato in giunta. “Mi sembra prematuro – spiega Cascio – almeno in questa fase. Credo che oggi le condizioni non ci siano. Non possiamo passare, nel giro di venti giorni, dalla critica feroce nei confronti di Crocetta all’ingresso addirittura nella sua giunta. Poi, più in là si vedrà. Il nostro elettorato deve anche abituarsi ai cambiamenti che devono necessariamente essere graduali. Non possiamo passare dal bianco al nero”. Ma la porta non è chiusa. Anche perché non sarebbero pochi i deputati di Ncd all’Ars a spingere per l’ingresso nell’esecutivo regionale. “Certamente – ammette Cascio – qualcuno pensa che non avrebbe senso questa alleanza senza una partecipazione attiva al governo. Anche se va ricordato che la situazione siciliana non è identica a quella di Roma. Lì Ncd e Pd hanno messo su una alleanza di scopo fin dall’inizio del governo Renzi. Nell’Isola Ncd ha sostenuto un candidato diverso da Crocetta. Di sicuro – prosegue Cascio – va avanti quel processo di fusione che darà vita ad Area popolare, che è già in parte presente nell’esecutivo regionale”. Insomma, questione di tempo e poi potrebbe toccare a Ncd. Dopo avere, magari, fatto spegnere le tensioni interne tra gli alfaniani: i deputati nazionali sono quasi tutti contrati a questa ipotesi. Ma domani, Ncd starà a sentire anche la proposta di Pd e Udc. E in questo senso, filtra dalla segreteria regionale dei democratici, l’idea è sempre la stessa: un coinvolgimento totale di Ncd, con la disponibilità anche a discutere di un ingresso al governo. Di sicuro c’è l’estensione dal punto di vista politico della maggioranza di Crocetta. Un’accelerazione voluta soprattutto dal leader siciliano del Pd Fausto Raciti con l’obiettivo di creare anche in Sicilia l’asse democratici-moderati su cui si fonderà la prossima campagna elettorale per le regionali. Domani, insomma, verrà dato il via ufficialmente al “dopo-Crocetta”.
E l’accelerazione di Raciti e Ncd ha anche, oltre a una valenza proiettata nel futuro, una motivazione interna. Per quanto il segretario regionale del Pd precisi che “questa decisione non è presa contro nessuno, ma solo per allargare la compagine che dovrà lavorare al progetto della Sicilia del futuro”, certamente potrebbe cambiare i rapporti di forza in seno alla maggioranza. Dove i movimenti sono anche su altri fronti. Quelli, per intenderci, che fanno capo al soggetto politico di Totò Cardinale (Pdr) e a quello fondato da Lino Leanza (Sicilia democratica). Forze politiche che presto si fonderanno in un unico soggetto che avrebbe già un nome: “Sicilia futura”. Una confederazione, al momento, che però celebrerà la propria nascita presto: il 25 settembre, negli stessi giorni in cui si svolgerà la festa dell’Unità. Un battesimo al quale prenderanno parte, tra gli altri, anche il vicesegretario nazionale del Pd Lorenzo Guerini e il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone. A conferma del “via libera” all’operazione giunto direttamente dal Pd nazionale. Un progetto che dovrebbe racchiudere coloro i quali “vogliono stare con Renzi, ma non vogliono o non possono stare nel Partito democratico”. A dire il vero, un po’ nel Pd potrebbero stare gli esponenti di questo nuovo soggetto politico: l’obiettivo è infatti presentarsi con una forza radicata nel territorio ai fini di un posizionamento di alcuni politici nelle future liste del Partito democratico alle elezioni politiche. Una idea che aveva già in passato infastidito il segretario Raciti: “Nessuno metta le mani sul Pd” aveva detto in sostanza.
Insomma, i pensieri sono già rivolti al “dopo”. Al dopo-Crocetta e al dopo-Renzi. Mentre il futuro immediato farà rima con “rimpasto”. Di cui si parlerà nei prossimi giorni. Intanto, Crocetta “incasserà” il sostegno di Ncd, partito che il governatore fino a poche settimane fa aveva sdegnosamente tenuto lontano. Ma tant’è, è il momento della “responsabilità” e delle riforme. Ragionamenti che, pare, starebbero spingendo Crocetta a una idea “rivoluzionaria”. Quella di replicare, in salsa sicula, l’assorbimento da parte del Pd nazionale dei seguaci dell’ex berlusconiano Denis Verdini. In Sicilia, Crocetta avrebbe “aperto” persino a esponenti del Cantiere popolare (il movimento dei cuffariani raccolti attorno a Saverio Romano) e agli ex lombardiani dell’Mpa, che a intervalli regolari, nel corso di questi tre anni, si sono avvicinati e poi allontanati dal governatore. A quel punto la rivoluzione si sarà tramutata nella restaurazione del tanto odiato (a parole) ancien regime.