Come sta, commissario Mazzara?
“Bene, non è la prima volta che sono qui. Vedo tanta voglia di lavorare come in passato”.
Alessandro Mazzara, 62 anni, commissario dell’azienda ospedaliera ‘Villa Sofia-Cervello’ di Palermo, in attesa dell’imprimatur della Commissione Affari istituzionali dell’Ars, è il nuovo comandante di una barca nel mare agitato.
Da navigatore esperto, subentrato dopo le dimissioni del direttore generale, Roberto Colletti, sa che l’impegno si presenta arduo.
Dell’ospedale Villa Sofia si è scritto e parlato, di recente, per una drammatica casistica di denunce, che andranno accertate, e disservizi. Il presidente della Regione, Renato Schifani, è intervenuto con decisione sul dossier della sanità pubblica.
Ci sono un nuovo commissario, in attesa della nomina a direttore generale, e un direttore sanitario appena arrivato, la dottoressa Maria Lucia Furnari, altra figura di comprovata competenza.
La chiacchierata si sviluppa nella sede della direzione, in viale Strasburgo, in un viavai da città delle api industriose. Qualcosa si muove.
Un ritorno, commissario?
“Sono già stato qui come direttore amministrativo dal settembre al novembre dell’anno scorso. Ho sempre lavorato nelle aziende sanitarie territoriali, nelle Asp, ora sono in una azienda ospedaliera. La sfida si presenta impegnativa e affascinante”.
Com’è il morale tra i medici e il personale?
“Ho incontrato tanti professionisti, tutte persone di grande valore. Il problema del pronto soccorso, non lo nascondo, è quello più importante. Lo affronteremo con determinazione”.
Come?
“Coinvolgendo tutti nei processi organizzativi, per una gestione molto più veloce, nonostante le criticità. La questione va posta in correlazione con la fluidità di ricoveri e dimissioni, per smaltire il sovraffollamento ed evitare la sosta dei pazienti al pronto soccorso e le dimissioni, senza mai il passaggio in reparto. Un maggiore coordinamento è auspicabile. C’è poi il discorso degli arrivi inappropriati, dei codici verdi e bianchi, ma non dipende da noi”.
Quali sono le prossime mosse?
“Ho riscontrato un quadro di working progress, ci sono delle situazioni difficili, anche logistiche. Entro febbraio saremo nelle condizioni di consegnare alla ditta incaricata dei lavori i locali del pronto soccorso dell’ospedale ‘Cervello’. L’ampliamento sarà considerevole: da settecento a mille e cinquecento metri quadri. A Villa Sofia, sempre entro febbraio, contiamo che sia aperta la sala di osservazione breve intensiva”.
Un miglioramento notevole per le strutture. Il punto è che andrebbero riempite di medici…
“Il paradosso della sanità, a livello nazionale, è noto. Il lavoro c’è, mancano i medici. I posti liberi li vicariamo con forme alternative con i gettonisti o con professionalità fuori dalla Comunità Europea. Ci sarà presto un concorso per il pronto soccorso, speriamo bene”.
La mobilità interna?
“Faremo ricorso alla mobilità di urgenza se veramente in difficoltà. Stiamo lavorando per accelerare. Il mio predecessore, Roberto Colletti, ha lavorato bene. L’impegno sarà massimo. Ringrazio il presidente Schifani e l’assessora Faraoni per la fiducia”.
Qualche risultato si è già visto?
“Spostando appena qualcosa, sono diminuite le attese in pronto soccorso. Nella zona dello sbarellamento sono stati sistemati dei box, per la privacy dei pazienti e dei monitor. Ci sarà spazio per un triage più grande. Starò pochissimo qui e andrò molto in giro, per garantire dignità e decoro a chi soffre”.
Cosa promette, in definitiva?
“Non si possono promettere miracoli. Lavorerò senza sosta. Questo sì”.

