I curricula ai "raggi x" - Live Sicilia

I curricula ai “raggi x”

Le valutazioni uno per uno
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I nove manager ai “raggi x”. I loro curricula, inaccessibili finora, trovano una rappresentazione minuziosa e convincente nella relazione di Giovanni Pitruzzella e nelle schede di Vincenzo Emanuele (segretario generale della Presidenza della Regione), inviate ai singoli assessorati. Relazioni che partono dal presupposto normativo (la legge Brunetta) che regola la scelta e la necessità delle nomine dei dirigenti generali esterni, incarichi conferiti a: “persone di particolare e comprovata qualificazione professionale, non rinvenibile nei ruoli dell’Amministrazione”, persone che abbiano “svolto attività in organismi ed enti pubblici o privati […] con esperienza acquisita per almeno un quinquennio in funzioni dirigenziali”, o quantomeno che abbiano “conseguito una particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica desumibile dalla formazione universitaria e postuniversitaria, da pubblicazioni scientifiche e da concrete esperienze di lavoro maturate per almeno un quinquennio”.
Questi, in sintesi, i presupposti. Molto semplici e chiari, in fondo. Eppure, per la nomina dei nove sarebbe servita una prima (presunta) valutazione. Quindi un nuovo esame dei curricula. Cinque mesi di valutazione per scorgere, in alcuni casi, difetti evidentissimi.
Vediamo la posizione dei nove, uno per uno:

Salvatore Barbagallo (Agricoltura): è tra quelli “messi meglio”. Barbagallo, infatti, oltre a essere professore ordinario di Idraulica alla facoltà di Agraria di Catania fin dal 2001, è stato il preside della stessa facoltà. Insomma, lui i requisiti li ha.

Maurizio Guizzardi (Pianificazione strategica): anche lui ha i requisiti minimi. Direttore generale prima della U.S.L, poi dell’Azienda ospedaliera S.Maria Nuova di Reggio Emilia, poi sempre Direttore generale della U.S.L. di Bologna, quindi Direttore generale presso due enti privati (il Cdi – Centro diagnostico italiano e la Santa Rita s.p.a.). Esperienze che vanno bel al di là dei cinque anni previsti dalla legge Brunetta. E la specificità nel campo della Sanità toglie ogni dubbio: anche Guizzardi ha i titoli.

Nicola Vernuccio (Attività produttive): è tra quelli più in bilico. La sua esperienza come consigliere delegato della Società Iniziative Industriali s.p.a., infatti, non si può con certezza considerare attività “dirigenziale”, come imporrebbe la legge. Ma a togliere ogni dubbio sull’effettiva incompatibilità del curriculum di Vernuccio con quel ruolo, la sua esperienza di Commissario provinciale a Palermo dell’Mpa dal 2008 fino alla nomina a dirigente. La legge Brunetta infatti afferma chiaramente: “Non possono essere conferiti incarichi di direzione di strutture deputate alla gestione del personale a soggetti che rivestano o abbiano rivestito negli ultimi due anni cariche in partiti politici”. Insomma, per Vernuccio quasi certamente è pronto il “benservito” dell’assessore Venturi.

Rossana Interlandi (Energia): per lei sembra esserci davvero poco da fare. Come sottolinea Pitruzzella, l’unico requisito “utile” del curriculum della Interlandi è la sua iscrizione all’albo professionale degli avvocati di Catania, avvenuta nel 1994. Attività di avvocato che, però, risulta inefficace nell’ottica della sua nomina, perché del tutto “slegata” dal settore nel quale la Interlandi è stata collocata: quello dell’Energia. Nemmeno le sue attività di dirigente alla Regione tornano utili, perché di durata inferiore al quinquennio. E anche nel suo caso, così come per Vernuccio, la carica di Segretario provinciale dell’Mpa dal 2006 (carica che non sarebbe, tra l’altro, nemmeno cessata) metterebbe una pietra sopra alla sua nomina. E nemmeno la sua esperienza di Assessore può salvarla: è infatti una nomina politica, non manageriale.

Gaspare Carlo Lo Nigro (Agenzie per l’impiego): lui è già una certezza. Avrebbe infatti già presentato le proprie dimissioni. Di fatto, è già il primo manager “saltato”.

Patrizia Monterosso (Formazione e istruzione): la sua è forse la situazione più complessa. Già Dirigente generale del dipartimento della Pubblica Istruzione dal giugno 2005, la sua nomina era già “viziata” dalla mancanza dei cinque anni minimi di esperienza dirigenziale (aveva accumulato tre anni e un mese). Anche i titoli sono discutibili: la sua laurea in Filosofia e e i suoi dottorati e assegni di ricerca nella stessa materia, non rappresentano, infatti, esperienze di “docenza universitaria”, nè appaiono “specifici” per l’incarico in questione. Resta, però, il fatto che la Monterosso ha colmato “a posteriori” quantomeno il primo aspetto: quello dell’esperienza quinquennale (per la verità, non ancora: ha accumulato quattro anni e mezzo). Sulla nomina a dirigente del 2005, poi, “pende” il ricorso della Corte dei Conti, notificato il 3 maggio scorso, nel quale si fa riferimento al “danno erariale” nei confronti della Regione. Insomma, tutto fa pensare che anche per la Monterosso l’avventura dirigenziale, per il momento, si fermi qui.

Romeo Palma (Ufficio legislativo e legale): per lui, magistrato della Corte dei Conti dal 1997, non ci sarebbero stati problemi per la nomina a dirigente. Però l’assegnazione all’Ufficio Legale dovrebbe passare attraverso l’iscrizione all’albo degli avvocati. Su questo aspetto, non richiesto, Pitruzzella non si esprime. Lo fa il segretario generale Emanuele: “Dalla documentazione prodotta non risulta iscrizione al relativo albo professionale”. E il “vizio” è stato del resto sottolineato a livesicilia dal presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo di Sanseverino che ha confermato “la mancata iscrizione all’Ordine di Palma”.

Gianmaria Sparma (Pesca): per lui nessun grosso problema sulla “durata” dell’esperienza da dirigente. Numerosi gli incarichi dirigenziali tra ministeri, Regione e ambito privato. Ma queste attività, secondo Emanuele, “non appaiono strettamente correlate con l’incarico di Dirigente generale del Dipartimento regionale interventi per la pesca”. Insomma, anche lui più “no” che “sì”.

Mario Zappia (Sanità): le sue attività “dirigenziali” (anche sulla qualità dell’incarico emergono molti dubbi) non raggiungono i cinque anni. L’esperienza di maggiore importanza, quella di presidente del Cda della società d’ambito Joniambiente. Ma sia secondo Pitruzzella che secondo Emanuele, queste attività, descritte in maniere troppo vaga e generica, non sono comunque attinenti con l’incarico di dirigente generale. Insomma, anche per lui, pronta la valigia.

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