Fratel Biagio, 23 giorni di digiuno|"Gli invisibili per i decreti Salvini" - Live Sicilia

Fratel Biagio, 23 giorni di digiuno|”Gli invisibili per i decreti Salvini”

La lotta del missionario laico contro le dipendenze.

PALERMO-. Non si è mai capito come faccia a resistere, ma l’abbiamo visto con i nostri occhi. L’abbiamo visto digiunare, dormire al freddo e al caldo, andare in giro con i piedi martoriati nei sandali. L’abbiamo visto a un passo dall’esaurimento fisico e poi rialzarsi, come se nulla fosse.

Anche adesso la salita è dura. Biagio Conte, missionario laico, spirito generoso di Palermo, fondatore della ‘Missione Speranza e Carità’, non mangia da ventitré giorni, come raccontano i suoi che lasciano trasparire un po’ di apprensione dietro le parole rassicuranti.

Il suo portavoce, Riccardo Rossi, ha dichiarato al ‘Redattore Sociale’: “Vado a trovare periodicamente nel suo rifugio fratello Biagio e posso dire che, nonostante si alimenti solo con acqua ed eucaristia, sta abbastanza bene. L’appello di Biagio è soprattutto affinché tutte le autorità competenti comprendano che sulle dipendenze occorre attivare al più presto linee di intervento costruttive che aiutino concretamente le persone a non entrare in queste trappole mortali. Nell’ultimo periodo, purtroppo sono cresciute le persone ospitate nelle nostre strutture di accoglienza, con problemi di salute mentale a volte collegati anche alle dipendenze di vario tipo. (…) Abbiamo poi una forte percentuale di persone immigrate che, sempre come terribile conseguenza dei decreti Salvini, oggi vivono nella piena irregolarità con una invisibilità forte sul piano dei diritti umani”.

Non è la prima volta che la Missione, per bocca del suo creatore e come espressione collettiva, usa parole forti e necessarie. In una occasione, lo stesso Biagio disse a LiveSicilia.it: “Io ho iniziato con i senzatetto a Palermo, ma ho accolto tutti, sempre, con la Missione, senza guardare al colore della pelle o alle differenze. Perché non c’è differenza tra un migrante e un palermitano. Ogni uomo è nostro fratello e va aiutato. Non possiamo scegliere chi ci fa comodo, non sarebbe giusto. Siamo tutti responsabili delle nostre azioni e delle nostre omissioni”. 

L’ultimo messaggio sulla pagina Facebook a lui dedicata inizia come una preghiera: “Carissima e amata Chiesa e tutte le varie religioni, religiosi e religiose: dobbiamo rafforzare sempre più la preghiera e l’operato per aiutare e liberare i tanti uomini e donne schiavi di tanti malsani vizi e schiacciati da tante dipendenze negative…”.

La salita è dura, i piedi nei sandali sono screpolati. Ventitré giorni di digiuno. Eppure la strada continua.


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