Nello Musumeci torna all’Ars. Lo fa per esporre il consuntivo di due anni e mezzo di governo, come richiesto, da regolamento, dalle opposizioni. Il gruppo del Movimento 5 Stelle per protesta ha lasciato l’aula per protesta prima che Musumeci prendesse la parola lamentando di non aver ricevuto prima il testo del discorso del presidente. Musumeci dice di avere scritto il resoconto di suo pugno. Sono 111 pagine ma ne leggerà una trentina, dice prima di cominciare. Il presidente rende conto di due anni e mezzo di governo, quando la legislatura è arrivata al suo giro di boa.
“Pesano come un macigno” gli effetti della pandemia, dice da principio il presidente della Regione. “Il mio pensiero torna alle 281 vittime del Coronavirus in Sicilia e ai loro familiari”. Il resoconto di Musumeci si apre proprio con questa premessa, con il presidente che parla di famiglie “scivolate nella povertà assoluta”.
Finanze e patrimonio immobiliare
Il governatore parte dalla questione finanziaria. E dall’accordo da due miliardi di euro raggiunto col ministro Tria. Un accordo che ha dato respiro ai conti della Regione e che dovrà ancora avere sviluppi, ricorda il presidente. Musumeci ricorda l’impegno del governo sul patrimonio immobiliare e il progetto da 300 milioni di euro per la creazione di un centro direzionale della Regione. Il bando andrà in giunta stasera.
Personale regionale ed enti locali
Musumeci ricorda il riavvio delle assunzioni alla Regione e la stabilizzazione dei precari. In corso al selezione per l’ufficio stampa, ricorda il governatore. Poi Musumeci si sofferma sulle misure assunte in favore degli enti locali, sempre palando a braccio consultando i suoi appunti. Ricorda l’istituzione dell’ufficio di coordinamento per le isole minori.
Agricoltura
Musumeci parlando dell’attività degli assessorati parte dall’agricoltura e dall’accelerazione della spesa dei fondi europei di settore. Ricorda che la Sicilia è più avanti di altre regioni nella spesa. “La Sicilia si attesta al primo posto in Italia per numero di imprese agricole condotte da giovani”, dice il presidente ricordando le misure approntate in favore dei giovani imprenditori agricoli e del biologico (altro primato della Sicilia in Italia, il numero di aziende biologiche, sottolinea Musumeci).
Attività produttive, lavoro, scuola
Musumeci ricorda la partenza delle due Zes in Sicilia. E anche la copertura della banda larga della Sicilia, “accessibile a due milioni e mezzo di siciliani”. Poi parla del rilancio della Formazione professionale, dopo “anni opachi”. Ricorda i 527 progetti per i cantieri di lavoro. Cita la legge sul diritto allo studio, il “riguardo avuto verso l’edilizia scolastica” (525 milioni di euro, dice il governatore, spesi in questi interventi).
Cultura, turismo e spettacolo
Musumeci fa gli auguri al neo assessore ai Beni culturali Alberto Samonà, seduto nei banchi del governo e ne loda la “sobrietà”, questo dopo le tante polemiche seguite alla sua nomina. Musumeci ricorda l’impegno sugli ecomusei (riconosciute le prime undici strutture). “Alla rete museale guardiamo con occhio critico: i nostri musei appaiono tristi”, dice il governatore, che ricorda anche Sebastiano Tusa, e ricorda i milioni stanziati per rinnovarli. Musumeci ricorda il trend di crescita del turismo in Sicilia prima della crisi da Covid. Parla dell’impegno per il rilancio del turismo termale e poi si sofferma sullo sport, sul Giro d’Italia e il Giro di Sicilia, occasioni “per promuovere attraverso i mezzi televisivi angoli suggestivi del nostro territorio”. Parla anche dei 166 interventi finanziati per ammodernare le sale teatrali siciliane.
Ambiente e rifiuti
Poi il presidente si sofferma sui piani ambientali approvati e sul corpo forestale, che “era destinato alla estinzione” e che invece “va potenziato e dotato di ogni strumento”. Si parla qui delle guardie forestali, non degli operai stagionali. “E’ stato disposto un disegno di legge sulla disciplina urbanistica”, ricorda il presidente, che richiama anche l’istituzione dell’autorità di bacino. Poi i rifiuti: “Il sistema è stato costruito per favorire e alimentare un perverso intreccio tra politica, burocrazia e imprenditoria privata”, dice Musumeci. “Si è dato vita a un pericoloso oligopolio che controlla l’ottanta per cento del trattamento dei rifiuti”, dice il presidente che parla di politica “distratta” , di “burocrazia in certi casi corrotta” e di un patologico stato emergenziale che si è protratto per circa vent’anni. Parla anche di interessi di “personaggi contigui alla mafia”. Musumeci ricorda come la raccolta differenziata in Sicilia è passata dal 16 al 42 per cento. E potrebbe essere di più “se le città metropolitane non si fossero fermate a una media del 17 per cento”. Poi ricorda il Piano regionale dei rifiuti, del dicembre 2018. Che però non è ancora entrato in vigore, per tutta una serie di osservazioni. A questo punto cita uno per uno gli impianti di compostaggio che saranno realizzati.
Infrastrutture
“Accelerare la spesa pubblica e aprire quanti più cantieri è stata la linea maestra” del governo, dice Musumeci. Parte un elenco di infrastrutture, prima quelle ferroviarie. Nel 2019 c’è stata una grossa crescita del numero dei passeggeri sui treni in Sicilia, sottolinea Musumeci. “Tra qualche giorno inauguriamo a Palermo il biglietto unico per poi estenderlo a Messina e Catania”. Un paragrafo è dedicato al Cas, che il governatore dice di avere voluto sottrarre a “logiche clientelari”. Musumeci si sofferma anche sul lungo braccio di ferro con l’Anas, che continua a criticare.
Salute
“Non abbiamo più motivi per avere complessi di inferiorità”, dice Musumeci parlando della Sanità. “Sono oltre 7.500 i lavoratori assunti a contratto a tempo indeterminato nel comparto della Sanità siciliana da quando ci siamo insediati”, principia il governatore. “Uno dei primi atti del nostro governo è stato il riordino della rete ospedaliera”, piano adottato nel gennaio 2019. Poi il presidente parla dell’acquisto di mezzi e del potenziamento delle terapie intensive nell’emergenza del Covid. Cosa dirà del pasticcio dei numeri? Quello per cui la Sicilia si è trovata da un giorno all’altro con il 500 per cento di malati da Coronavirus in meno. Musumeci non ne parla e si sofferma sugli interventi realizzati negli ospedali. Il governatore sta parlando da un’ora e mezza.
Le conclusioni
“Non mi soffermo sulle iniziative in finanziaria per l’emergenza Covid”, dice il presidente della Regione. Alla sua destra siede l’assessore all’Economia Gaetano Armao, alla sua sinistra quello al Territorio Toto Cordaro. Musumeci ringrazia il personale sanitario, le forze dell’ordine e la protezione civile, “ma soprattutto la comunità siciliana che mai come in questa occasione ha dimostrato di sapere essere ossequiosa alle regole per la tutela della salute”. Poi ringraziamenti agli assessori, al segretario generale, al Parlamento siciliano e al suo presidente. “La Sicilia sconta la sua perifericità”, la distanza ha aumentato “la marginalità della Sicilia”, ma l’Isola deve tornare a essere crocevia, “come auspicavano Piersanti Mattarella e Rino Nicolosi”, dice il presidente citando due predecessori. Ma “serve avviare processi di modernizzazione seri”. E qui si evoca la necessità “di un collegamento stabile sullo Stretto” e di altre grandi opere che si attendono da quel dì, a partire dalla velocità dei treni (viaggiamo a 75 chilometri all’ora di media). C’è un confronto aperto coi ministri per il Sud e per le Infrastrutture, ricorda il presidente della Regione. Che chiude citando Mazzini: “L’Italia sarà quel che sarà il Mezzogiorno”.
“Sono stati 30 mesi difficili ma esaltanti, abbiamo pianto colleghi di giunta e dell’apparato amministrativo. Serve un clima meno avvelenato, serve un linguaggio meno violento. Ed è un appello a tutti, a me stesso per primo”, dce Musumeci che auspica dialogo tra governo e Parlamento (dopo essersi rifiutato di andare in Aula per un pezzo). Con questa mano tesa si chiude il lunghissimo intervento del presidente.
Micciché “bacchetta” i grillini
Il presidente dell’Assemblea Gianfranco Micciché in chiusura si rammarica in chiusura per la scelta del Movimento 5 Stelle d lasciare l’Aula. “Il regolamento non prevede che arrivi la relazione arrivi cinque giorni prima ma prevede che dopo che arriva la relazione ci sono cinque giorni di tempo per fare il dibattito”. Insomma, per il presidente dell’Assemblea la protesta dei grillini è stata “plateale” e pretestuosa. Non si apre il dibattito, dunque, che si svolgerà in un secondo momento, dovrebbe essere martedì. Intanto, le opposizioni parlando di relazione noiosa e di omissioni (leggi qui). La settimana prossima il duello in Aula riprenderà.