Palermo, "Vicolo Bernava? Un incubo. Quella palazzina e il mio calvario"

“Vicolo Bernava? Un incubo | La palazzina e il mio calvario”

Foto d'archivio
La storia del proprietario di una casa nell'unico immobile non acquisito da Rfi per demolirlo

PALERMO – I lavori per realizzare grandi opere possono comportare grandi disagi. È il caso di P. F., proprietario di un appartamento di vicolo Bernava: la palazzina in cui abita è l’unica che Rete ferroviaria italiana ha scelto di non acquisire né abbattere per costruire la galleria del Passante ferroviario, pur versando in condizioni di inagibilità. Inabitabile e saccheggiata, la casa è praticamente invendibile. Ma non è l’unico guaio.

La vicenda inizia a delinearsi nel 2014, quando “tutto l’isolato viene sgomberato con un’ordinanza a firma del sindaco per pericolo di crolli – racconta – dovuto alla copiosa fuoriuscita di una falda acquifera durante gli scavi. Dopo qualche anno viene deciso di abbattere le palazzine soprastanti, ormai ridotte da questo ‘imprevisto geologico’ a mura lesionate pronte a crollare. Qui comincia il mio calvario”.

“La Sis, ditta allora incaricata dei lavori al Passante, decide attraverso i propri tecnici di acquisire le palazzine lesionate per essere abbattute – prosegue P. –. Tutte quelle interessate su vicolo Bernava e via Serpotta tranne la nostra palazzina, al civico 2, che fa angolo con via Pacini. Decisione incomprensibile, perché anche la nostra palazzina risulta lesionata e dichiarata inagibile come tutte le altre. Rfi, dopo aver acquisito le proprietà, tranne della nostra palazzina, e aver liquidato tutti i proprietari, entra in contenzioso con la Sis e rescinde il contratto”.

“Da quel momento sono passati sei anni di assoluto abbandono del cantiere”, dice l’uomo, ricordando con amarezza che nel frattempo “ladri e vandali hanno fatto dei nostri appartamenti quello che hanno voluto. Oltre al danno la beffa. Noi proprietari l’abbiamo più volte fatto presente a Rfi, attraverso raccomandate e mail, a cui sono seguite anche denunce nei confronti degli incursori. E in effetti nel maggio 2020 abbiamo scoperto che i nostri appartamenti erano stati completamente saccheggiati, privati pure di rubinetti e ringhiere”. Alla luce di un recente sopralluogo che ha evidenziato il peggioramento della struttura, il proprietario si chiede se l’appartamento di vicolo Bernava “riuscirà a resistere alle vibrazioni degli scavi a pochissimi metri dalle fondamenta”.

Intanto, però, si dice stanco di aspettare. “Sei anni sono già passati, un altro passerà per la gara d’appalto finite le demolizioni, altri due o tre per la realizzazione della galleria. Attualmente Rfi ci corrisponde una somma pari a un affitto mensile, quella che corrisponde a chi ha dovuto trovare un’altra sistemazione, ma c’è chi come me sta ancora pagando un mutuo per una casa in cui non abiterà mai. L’impossibilità di vendere l’appartamento ci costringe a vivere in notevoli difficoltà economiche che 350 euro mensili di certo non risolvono”.

Le difficoltà economiche si intrecciano con quelle personali: “Io sto vivendo con seri problemi di salute che devo curare a mie spese – spiega P. F. – e il mio stipendio è già impegnato proprio per il mutuo di questa casa inutilizzabile. Mia moglie invece ha dovuto affrontare la cassa integrazione per il Covid. Nel 2018 tutto questo è stato comunicato al responsabile dei lavori di Rfi, l’ingegnere Filippo Palazzo, alla presenza di un legale. Al di fuori di questo incontro non c’è mai stato altro”.

Contattata da Live Sicilia, Rete ferroviaria italiana ha scelto di non replicare. “Io non so se riuscirò a vedere casa mia finita o questa annosa situazione risolta – conclude il protagonista – ma finché potrò continuerò a far valere i miei diritti chiedendo a chi di dovere di farmi uscire da questo incubo”.

Intanto i lavori al Passante proseguono, seppur a rilento. In vicolo Bernava si continua con le demolizioni degli edifici che ostacolano il cantiere, anche se la burocrazia rallenta ogni procedura, mentre passerà tempo prima che vengano indette le gare per aggiudicarsi la realizzazione delle altre fermate. In generale, quindi, nessuna data certa.


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