Sarà già seduto su una nuvola, la toga sulle spalle, in mano la sua immancabile sigaretta mentre incanta con le sue doti oratorie citando stralci di sentenze della Cassazione o articoli del codice.
L’avvocato Matteo Bonaccorsi è andato via lasciando un vuoto incolmabile nel mondo della giustizia catanese. Un penalista colto e preparato. Un avvocato eccellente. Un giurista straordinario. Un uomo con il sorriso sempre sulle labbra. Pronto a strapparti una risata appena mettevi piede al palazzo di piazzo Verga. Ironico e soprattutto autoironico. Fino alla fine.
La sua perdita ha colpito al cuore tanti avvocati e magistrati. Parole piene di commozione hanno riempito pagine e gruppi social. I ricordi di chi ha studiato con lui, lavorato con lui, di chi lo ha amato, di chi ha condiviso battaglie giudiziarie, di chi ha semplicemente avuto la fortuna di incrociarlo nel suo cammino.
E ha potuto guardare le scintille dietro le lenti e ascoltare da quella bocca incorniciata da una barba mai perfetta storie di processi lontani e storici o di spumeggianti aneddoti. Matteo Bonaccorsi era una tempesta. Ed era inutile resistere, l’unica soluzione era lasciarsi travolgere.
Così lo ha salutato l’avvocato Pierpaolo Montalto: “Appena ieri sera mi avevi fatto un regalo immenso scrivendomi che eri orgoglioso di me come avvocato. Appena ieri sera gioivo con te per la scarcerazione di un nostro assistito. Ora non ci sei più e mi manchi già come l’aria. Quel mostro che si è portato via il mio papà si è portato via pure te che sarai sempre il mio maestro”.
“Riposa in pace amico mio, lunedì mi hai scritto tvb, ti voglio bene anche io per sempre”, poche parole ma cariche d’emozione quelle della penalista Maria Caterina Caltabiano.
L’avvocato Salvo Pace, invece, riassume tutto in una foto scattata tra i corridoi della Suprema Corte di Cassazione. La toga in primo piano e Matteo Bonaccorsi intento a dissertare chissà quale strategia giuridica. “Ciao Matteo. Riposa in pace”, è il semplice messaggio.
Un dolore lancinante e incontrollabile. Lui, forse, non vorrebbe essere ricordato con le lacrime. E sicuramente, da lassù, sta bacchettando tutti con i suoi modi unici e inconfondibili. Buon viaggio Matteo. Manchi.