PALERMO- “Fuori da ogni ipocrisia: sappiamo tutti che prima o poi arriveremo alla chiusura totale. Ho già detto che ‘il peggio arriverà’, ma perché farlo arrivare prima? Perché impedire a una famiglia di andare al cinema o a un ristorante di chiudere dopo? Fra qualche tempo temo che chiuderemo tutti e Roma ormai non fa molto per nascondere questa triste prospettiva”. Così parlò Nello Musumeci, ieri, in una infuocata seduta a Palazzo dei Normanni. E ancora prima, il presidente, aveva detto: “Con tutto il rispetto per il governo nazionale riteniamo di avere diritto a disciplinare su alcune materie le misure che i presidenti di Regione possono adottare. Misure che finora sono state restrittive e che potrebbero essere estensive”. L’idea? Un disegno di legge con cui da Palermo si dovrebbe chiedere a Roma la deroga al Dpcm che ha imposto le 18 come orario di chiusura a bar e ristoranti e lo stop totale di teatri, cinema ed eventi culturali.
Una nuova sfida con Roma? Ma Razza…
Si profila dunque un altro braccio di ferro con il governo centrale, dopo le polemiche sulla questione delle persone migranti? Difficilmente, Palazzo Chigi accetterebbe una mossa del genere. Sul punto generale dei rapporti con il governo, l’assessore alla Salute, Ruggero Razza, in un forum con LiveSicilia era stato, sempre ieri, più cauto, pur mantenendo i suoi dubbi sul provvedimento nazionale: “Potremmo fare un’ordinanza che però verrebbe impugnata poco dopo, quindi col governo ci si deve parlare. In questi giorni la richiesta verrà rivolta al presidente Conte da tutte le forze politiche, dato che riguarda tutta Italia fra proteste e chiusure. Il nostro auspicio è che la cura si chiami ‘restrizione della mobilità’. Perché se proprio c’è una ragione scientifica, mi sembra indispensabile che qualcuno ci spieghi perché chiudere attività produttive che rispettano le norme. E al momento non c’è”. Non si conoscono gli sviluppi futuri e immediati di quella che appare già come una controversia. Ci si chiede se rivedremo il film estivo della famosa ordinanza musumeciana sullo sgombero degli hotspot, poi bocciata dal Tar.
Chi ha ragione? Chi ha torto?
Siamo dunque nell’ambito di posizioni estremamente divaricate. Le opposizioni, a Palazzo dei Normanni, hanno polemicamente cannoneggiato contro la giunta. Il deputato del Pd, Antonello Cracolici, ha tuonato: “Siamo in una fase grave. I dati ci dicono che la Sicilia si appresta a vivere giorni complicatissimi. La crescita dei contagi non è costante ma esponenziale e per questo sono preoccupato. Il ddl da lei annunciato? Passerebbero almeno quindici giorni per la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Questo significa che lei sta scegliendo la strada della propaganda quando invece potrebbe decidere di modificare il suo provvedimento e andare al confronto con Roma”. Alessandro Aricò, capogruppo di ‘Diventerà Bellissima’, ha replicato: “Abbiamo un presidente della Regione che fa sentire la sua voce e di cui i siciliani posso essere orgogliosi. Alcune misure restrittive previste dal decreto del presidente del Consiglio sono troppo penalizzanti, ad esempio quelle relative alle chiusure molto anticipate nel settore della ristorazione. Bene farà, pertanto, la giunta Musumeci ad approvare il ddl annunciato dal governatore per consentire delle deroghe”.
In sintesi, le preoccupazioni del presidente della Regione per l’economia siciliana appaiono fondate, soprattutto se si pensa che il lockdown nazionale è costato carissimo anche a quelle regioni, come la Sicilia, che avevano un numero basso di casi e che avrebbero preferito chiusure selettive. Ma sarà un eventuale, ennesimo conflitto con Palazzo Chigi la strada giusta da percorrere?