"Il virus è in circolazione in tutte le regioni, peggio che a marzo" - Live Sicilia

“Il virus è in circolazione in tutte le regioni, peggio che a marzo”

Il presidente dell'Istituto Superiore di sanità Silvio Brusaferro in audizione in Commissione Affari Sociali alla Camera
CORONAVIRUS
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ROMA – “Dopo aver avuto una fase di transizione, ci troviamo in una fase che tecnicamente definiamo di escalation e quindi in parte dobbiamo usare misure di contenimento e in parte misure di mitigazione”. Lo ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, durante l’audizione in Commissione Affari Sociali della Camera, su prevenzione e risposta al Covid-19.

“A differenza della prima ondata, il virus circola in tutte le regioni” anche se “abbiamo situazioni con circolazione contenuta e altre con valori particolarmente elevati”. Uno dei dati importanti è la percentuale della positività al tampone: “quando supera il 4% è un indicatore di una forte circolazione, e in tutte le regioni del nostro Paese c’è questa caratteristica”.

“Quello dei ricoveri con sintomi è un numero che sta crescendo e merita attenzione” e “lo stesso vale per le terapie intensive”. Rispetto all’occupazione dei posti letto in degenza ordinaria di aria medica, “alcune regioni hanno superato il cut-off, altre no ma sono vicine – dice Brusaferro facendo il punto rispetto alla resilienza del sistema, ovvero la capacità di dare risposta a chi sviluppa i sintomi -“. Il significato dei cut-off, ovvero dei valori soglia definiti dal Ministero della Salute, è che se abbiamo “oltre il 40% di occupazione dei letti di area medica per patologie Covid vuol dire che dobbiamo riprogrammare le attività sanitarie dilazionabili per altre patologie, così da trovare posto e dare priorità ai pazienti con Sars-cov-2”.

“In queste ultime settimane la curva ha avuto un picco significativo”, ma “la presenza di asintomatici e paucisintomatici è una caratteristica di questa fase dell’epidemia – ha spiegato il presidente dell’Iss -. Altro elemento per capire l’evoluzione dell’epidemia è l’età mediana delle persone che contraggono infezioni a inizio epidemia sfiorava i 70 anni, a Ferragosto era sotto i 30 anni, a fine settembre e ottobre era intorno ai 40 anni e lentamente sta crescendo. Questo è un elemento di attenzione perché significa che un numero crescente di persone anziane sta contraendo l’infezione e sappiamo che, nel loro caso, implica la possibilità di sintomatologia impegnativa e metodi invasivi di cura”.


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