Razza spiega il Covid in Sicilia: segui la nostra DIRETTA

Razza e il Coronavirus: “Falso dire che non abbiamo posti letto”

La conferenza stampa dell'assessore regionale alla Salute. VIDEO
LA SICILIA ARANCIONE
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4 min di lettura

PALERMO- “Chi dice che non abbiamo posti letto eviti di farlo perché afferma un falso, commette un reato. L’epidemia è in fase di crescita e va tenuta sotto controllo, ma da siciliani siamo feriti da un’attribuzione di un’area di rischio non legata a dati oggettivi. E’ stata stata l’immagine che il sistema sanitario siciliano fosse meno preparato o che non si fosse lavorato, e non è vero. Mi è stato confermato che non c’è correlazione diretta tra Report e colore arancione, ma ci sono altre valutazioni. Abbiamo il diritto di sapere”.

“La verità sui finanziamenti

Così, in una conferenza stampa, l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ha commentato l’assegnazione della zona ‘arancione’ alla Sicilia per il contenere il diffondersi del Coronavirus. “Si dice che il governo regionale ha ricevuto 128 milioni di euro da Roma per la sanità – ha aggiunto e non li ha spesi. Ma noi non abbiamo ricevuto un centesimo e abbiamo realizzato l’ampliamento della rete intensiva e sub intensiva. Oggi tutte procedure sono state attuate e si partirà senza avere ricevuto un euro. La responsabilità è del commissario nazionale che ha chiesto i soldi a banche europee e attivato il cronoprogramma. Adesso sono state individuate le ditte per realizzare le opere. Non siamo rimasti indietro neppure di un’ora”.

I posti letto

“Sul tema dei posti letto si sono sbizzarriti tanti sciacalli. Si è detto Sicilia penalizzata perché non può ospitare nelle strutture i pazienti. Ma non è così, anzi tutt’altro. Altro tema è quello legato alle zone rosse: avere avuto tempestività nell’individuazione è considerato un alert. Per me abbiamo fatto bene. Probabilmente siamo troppo sinceri e trasparenti. E’ più utile cercare il virus, o è una colpa?”.

Gli indicatori presi in esame

Razza difende il sistema siciliano: “Abbiamo preso in esame tutti gli indicatori del documento che ha visto la Sicilia inserita nella zona arancione. Ci siamo chiesti il perché’. Si è detto che il motivo è legato alle strutture sanitarie. Istituto superiore della sanità e ministero della Salute si sono allarmati per due parametri l’indice dei positivi sui tamponi effettuati e il personale che riguarda contact tracking e il totale del personale sanitario, uno ogni 10 mila abitanti. La Sicilia ha un parametro di 1,2 persone ogni 10 mila. Il tempo medio da sintomi a individuazione è di due giorni, quando il minimo è di 5. Poi c’è l’indice Rt che in Sicilia è di 1.42 con ben sedici, tra regioni e province autonome, che hanno un dato più alto”.

LA DIRETTA

Ecco la diretta testuale seguita da LiveSicilia.it in tempo reale. L’assessore inizia la conferenza stampa. Si parla della Sicilia arancione e del rapporto con le altre regioni. Perché la Sicilia è stata collocata in quella fascia? L’assessore fa riferimento agli indicatori: “Nessun indicatore sulla capacità di monitoraggio è stato considerato negativo”. Continua l’esame dei parametri. Si fa riferimento all’aumento del numero dei positivi sul numero di tamponi effettuati, anche in questo caso – dice l’assessore – “la percentuale di altre regioni è più ampia”. Ancora, sul parametro del personale, cioè il ‘totale delle risorse umane dedicate al tracciamento’. “Anche in questo caso – dice l’assessore – le percentuali ci dicono che non ci sono deficit strutturali”.
Si parla di contagio e di tenuta dei sistemi sanitari. “Il report diffuso ha un indice meno grave di altre regioni. “Ci sono dei focolai – dice Razza ed è un normale – perché la trasmissione sul virus procede. C’è poi il tema dei posti di letto. Si è detto: la Sicilia viene penalizzata perché non è in grado di ospitare i pazienti. Al 25 ottobre il sistema delle terapie intensive aveva un tasso di occupazione del quindici per cento, senza contare il piano di ampliamento”.
“Voglio che sia molto chiaro che sappiamo che l’epidemia, in Sicilia, come nel resto del mondo è in crescita. Ma ciò che ferisce i siciliani è che l’attribuzione di un’area di rischio abbia fornito l’inesatta impressione è che da noi il sistema sanitario sia più impreparato”, dice l’assessore.
“Io non riesco ancora a comprendere, come è possibile che regioni che stiano montando ospedali da campo mostrino un indice diverso – dice ancora Razza -. Se il sistema non ha difficoltà superiori, se l’indice di occupazioni ci porta al di sotto dei parametri, se il contagio c’è, ma c’è anche lo screening, la decisione assunta appare difficilmente spiegabile. Ho il diritto di chiedere che il metodo sia uguale per tutti. Noi non siamo rimasti indietro nemmeno un’ora. Abbiamo una grande responsabilità per la peggiore pandemia degli ultimi cento anni. Non sappiamo quando ci sarà un vaccino”.
Parla il professore Antonello Giarratano, del Cts: “Sotto il profilo clinico l’Italia è tutta arancione con diverse chiazze rosse. In Sicilia non siamo in una condizione che merita il lockdown totale”.
L’assessore Razza risponde alle domande: “L’impugnativa è stato il mio primo istinto, poi ho capito per per tutto il procedimento ci vuole più del periodo fissato dal ministero per la revisione. Perché un barista siciliano deve chiudere non essendo in una condizione diversa da un barista campano?”.

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