Lagalla: "Un centro aperto al civismo già alle amministrative" - Live Sicilia

Lagalla: “Un centro aperto al civismo già alle amministrative”

L'assessore tra i firmatari della Carta dei valori: "Serve una politica più riflessiva".
L'INTERVISTA
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3 min di lettura

Onorevole Roberto Lagalla, lei è tra i firmatari della carta dei valori dei moderati…

“Più che dei moderati io vorrei dire di un’area di centro politico che vuole esprimere valori liberaldemocratici anche ispirandosi ai principi della dottrina sociale della Chiesa. Un’iniziativa che non è strumentale ma strategica”.

Nel documento da subito prendete le distanze da populismo e sovranismo. Eppure oggi moderati e  liberaldemocratici con sovranisti e populisti sono alleati.

“Spesso sono le condizioni delle eleggi elettorali, gli schematismi, che portano ad alleanze che a prima vista appaiono contraddittorie o anomale. La nostra iniziativa tende a rafforzare all’interno di una coalizione quegli assetti ideali e valoriali che guardano ai principi del liberalismo e del solidarismo”.

Ma il centrodestra italiano, sondaggi alla mano, è fatto per l’ottanta per cento di forze politiche che con quelle tradizioni non c’entrano nulla.

“Sul piano parlamentare non mi pare così. Sul piano della proposta politica bisogna lavorare perche una prospettiva possa riequilibrare questi assetti verso orientamenti più vicini alla storia di questo Paese”.

Quel documento porta tra le forme quelle di tre assessori regionali: lei, Turano e Cordaro. Questo esclude che l’iniziativa sia ostile al governo Musumeci.

“Nessuna ostilità al governo e nessuno che sta cambiando appartenenza politica, nessuno sta  mettendo  in campo schemi che vogliano inficiare assetti definiti e funzionanti. Vogliamo semplicemente avviare una riflessione più approfondita che si rivolge alla società, alle professioni, ai lavoratori, alle famiglie, per proporre un modello di politica che non sia gridata, impulsiva, di pancia. Una politica più riflessiva e più prospettica”.

Crede che la gente voglia questo?

“Credo che sia utile, soprattutto in un momento in cui l’Italia si trova in una situazione che ha delle similitudini con il dopoguerra. Il tema è una ricostruzione che sia basata sui principi di innovazione, solidarietà e qualità delle competenze. Servono equilibrio e capacità di ascolto e di dialogo”.

Dei nostri lettori commentando l’articolo sul documento dei centristi hanno sollevato la stessa obiezione:  sempre le stesse facce. È un’operazione deja vu?

“No, noi stiamo aprendo  un documento alla sottoscrizione di chi vorrà proporsi. Questo gruppo è incarnato da persone che hanno una storia politica all’interno di questi contenuti ed è chiaro che sono legittimate ad esprimerli. Che poi questo gruppo possa generare le condizioni per un cambiamento generazionale questo è l’auspicio”.

Abbiamo scritto che questo progetto nasce in questa legislatura ma guarda alla prossima, è così?

“Il disegno vuole tentare di dotarsi di un respiro lungo, che guardi più alla prospettiva che alle situazioni di contesto”.

Ma potranno esserci iniziative comuni già in questa legislatura?

“Io penso di sì, non sarebbe la prima volta in questa legislatura. Per l’Assemblea si sta verificando una stagione prolifica, abbiamo approvato leggi nello stesso numero tra iniziativa parlamentare e iniziativa governativa. C’è un governo che ascolta.  E uno degli auspici è che si possa arrivare a ulteriori proposte condivise”.

Ha citato il governo. Quando arriva questo atteso rimpasto?

“Il presidente Musumeci ha il merito di avere voluto  puntare su una squadra di governo che avesse il pregio della continuità per potere realizzare programmi e raggiungere obiettivi che non è facile conseguire in un periodo breve. Che poi forze politiche, soprattutto ampiamente rappresentate come Forza Italia, chiedano non un rimpasto ma una sostituzione di alcuni assessori per naturale rotazione e rappresentanza territoriale credo che sia legittimo”.

Le prossime elezioni regionali vedranno gli stessi schieramenti dell’altra volta o le carte si rimescoleranno?

“In questo momento non ci sono almeno n Sicilia segnali che ci inducano a pensare che possano esserci strabilianti movimenti. Certo, ogni elezione ha la sua storia, ogni storia è fatta di tante elezioni. Secondo me bisogna prima riconoscersi in un progetto e poi parlare di coalizione. Certo, molto dipenderà dalle modalità della legge elettorale, se cambierà”.

Per le amministrative questo mondo che si rispecchia in quel documento può esprimere candidature importanti?

“In Sicilia questo rassemblement esprime una sensibilità che vuole essere estesa oltre al ceto politico, avere una più vasta compartecipazione che venga dal mondo del civismo, da quel mondo che vive l’ambito che è regolato dai comuni”.


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