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LiveSicilia.it / Cronaca / Deposito nucleare a Trapani, il sindaco: “Noi non ci stiamo”

Deposito nucleare a Trapani, il sindaco: “Noi non ci stiamo”

Tranchida: "Sconosciamo l'argomento"
IL CASO
di Nicola Baldarotta
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Nel trapanese la notizia relativa alla individuazione di due siti ritenuti idonei dalla Sogin, la società pubblica di gestione del nucleare, alla costruzione di depositi per scorie radioattive, ha fatto letteralmente sobbalzare la politica locale: primo fra tutti il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida che ha affidato ad un video estemporaneo la sua preoccupazione ed arrabbiatura. “Sì Trapani è candidata a capitale italiana della cultura 2022 e non a capitale italiana dlla spazzatura, forse c’è confusione da parte della fonte ministeriale che non si è nemmeno presa la briga di avvisare l’autorità sanitaria locale, cioè il primo cittadino, e ha deciso che la campagna trapanese può essere trasformata in discarica”. Arrabbiato e diretto, il sindaco Giacomo Tranchida non nasconde il suo nervosismo e si mostra alle telecamere immerso nel fumo di una sigaretta che prova a spegnere nervosamente: “Qui vogliamo creare la cattedrale del gusto e dell’enogastronomia ma a noi questa cuscusiata del Governo non va proprio giù, si capisce che sono incazzato?” Al primo cittadino trapanese ha fatto immediatamente seguito la Lega di Trapani che tramite il suo coordinatore provinciale, Bartolo Giglio (titolare, tra l’altro di un agriturismo proprio a Fulgatore dove potrebbe sorgere un deposito di scorie radioattive), fa sapere di avere già interpellato il senatore Briziarelli in quanto componente la Commissione Ambiente del Senato per articolare una forte azione di contrasto: “Apprendiamo con stupore della ipotetica individuazione di due siti della nostra provincia, uno in zona Fulgatore, nel comune di Trapani ed un secondo nel comune di Calatafimi Segesta, in zona di confine di territorio con il comune di Castellammare del Golfo, da destinare a deposito nazionale di rifiuti nucleari. Entrambi i siti, stante le peculiarità che gli stessi enti proponenti individuano ci sembrano almeno improbabili. La zona di Fulgatore oltre ad avere insediamenti rurali è zona vitivinicola speciale in quanto doc Erice. Quanto al secondo sito la coincidenza e vicinanza con i due riferimenti turistici di eccellenza quali Segesta e il Golfo di Castellamare ci sembra già tanto per rigettare una simile idea”.

Dura anche la nota del Pd provinciale che dice un fermo NO all’ipotesi e fa sentire la propria voce tramite il presidente provinciale Valentina Villabuona e il segretario provinciale Domenico Venuti che è anche sindaco di Salemi:”Indubbiamente, visto la geografia e la geologia che caratterizza la nostra Provincia, appare evidente che le zone individuate non rispondano ai 28 parametri richiesti nel 2014, i quali prevedono che questi depositi vengano costruiti lontano da aree vulcaniche, sismiche, soggette a frane ed inondazioni. Comprendiamo la necessità di dotarsi di questi depositi, ma tutto ciò non può avvenire a danno di territori ricchi di bellezze culturali ed ambientali, come quelli della nostra Provincia, in cui le principali risorse a sostegno dell’economia sono il turismo e l’agricoltura. Non indietreggeremo un passo: come Unione Provinciale del PD ci impegneremo, attraverso tutti i rappresentanti del Partito Democratico in ogni sede (Comunale, Regionale e Nazionale) per tutelare la salute dei cittadini e dei nostri territori”. Rincara la dose Rosario Vivona, Segretario del Pd di Calatafimi-Segesta (altro Comune dove potrebbe sorgere il deposito di scorie): “Non è la prima volta che questa zona è interessata da questo tipo di operazioni, ricordiamo il progetto di Gallitello dove doveva sorgere un impianto privato di smaltimento rifiuti, in una zona che è di fatto il “granaio di Calatafimi” e che avrebbe distrutto le colture biologiche e messo in ginocchio l’agricoltura della zona. Seppure capiamo la necessità che ha l’Italia di dotarsi di questi depositi, tutto ciò non può avvenire a danno di territori ricchi di bellezze culturali ed ambientali, ricordiamo solo che nel territorio di Calatafimi ci sono boschi naturali come quello di Angimbé unici in Sicilia”.

Nel primo pomeriggio di oggi, inoltre, è stata avviata la raccolta di firme per costituire un vero e proprio comitato del NO alla proposta della Sogin e che si faccia carico della raccolta dati e della redazione delle osservazioni al piano (Cnapi) della stessa Sogin. L’obiettivo è anche quello di promuovere la mobilitazione popolare e delle amministrazioni comunali interessate, contro questa nefasta ipotesi, che rischierebbe di pregiudicare lo sviluppo economico legato al turismo, alla cultura, all’ambiente, all’agricoltura del territorio trapanese. E non sono solo le forze politiche a storcere il naso ma anche cittadini semplici e associazioni varie che stanno muovendosi proprio per organizzare il fronte della protesta. E le organizzazioni sindacali e datoriali non sono da meno. La Cisl è quella che ha preso subito la palla al balzo: “Siamo profondamente preoccupati e ci auguriamo che presto vengano chiariti i dettagli della vicenda che riguarda la Carta delle aree potenzialmente idonee per il deposito di rifiuti radioattivi fra le quali spuntano l’area delle Madonie nel palermitano e Trapani con alcuni comuni della provincia. Ci sembra singolare questa grande attenzione sulla nostra regione, che ci auguriamo sia foriera di progetti anche su temi veramente strategici per il futuro dei nostri giovani, come infrastrutture, ricerca, formazione, industria e digitalizzazione”. Cosi Leonardo La Piana segretario generale Cisl di Palermo e Trapani. Le fanno seguito Cgil e Uil: ““Non possiamo che esprime preoccupazione per la possibilità che alcune aree del Trapanese vengano trasformate in discariche per rifiuti nucleari. Il sindacato si oppone a qualsiasi azione che metta in pericolo la salute dell’ambiente e dei cittadini. Un territorio a vocazione turistica come quello trapanese, che basa una grossa fetta della sua economia sulle bellezze naturali e paesaggistiche ma anche sulle eccellenze agroalimentari, non può rischiare un danno di immagine che lo comprometta.” Cosi i segretari generali di Cgil e Uil Trapani Filippo Cutrona ed Eugenio Tumbarello. E parte da Calatafimi Segesta la raccolta firme per opporsi al possibile deposito dei rifiuti radioattivi nel territorio di Calatafimi Segesta; Trapani; Castellana, Petralia, Butera e all’interno della Sicilia tutta. La petizione, lanciata qualche ora fa dall’Associazione Amunì Calatafimi per opporsi a questa follia, ha già raccolta ha già raccolto al momento più di 600 firmatari. “Con questa petizione – scrive l’Associazione – miriamo, sin da subito, a bloccare questa possibile follia. Chiediamo a tutte le realtà territoriali (politici, associazioni, comitati, singoli cittadini) di unirsi a noi in questa raccolta firme per presentare, prima della scadenza della consultazione pubblica, una raccolta firme importante che possa gridare ad alta voce il no di tutti i territori individuati quali deposito di rifiuti radioattivi all’interno della Sicilia. Anche solo l’aver inserito queste zone nella lista dei siti idonei ad ospitare un deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani, è pura follia. Territori ad alto rischio sismico. Territori che si caratterizzano per le proprie risorse agricole, paesaggistiche, turistiche ed archeologiche. Territori logisticamente remoti, come possono essere valutati idonei a tal fine? Viene automatico chiedersi che razza di criteri siano stati adottati per arrivare a tale valutazione”.

Pubblicato il 5 Gennaio 2021, 12:075 Gennaio 2021, 18:35
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