PALERMO – “Mafiosi e imprenditori capaci di imporre il monopolio nei settori delle onoranze funebri e dell’edilizia”. Sono le accuse con cui la Direzione distrettuale antimafia di Palermo ha deciso di fermare Carlo Salvatore Scalfani, 46 anni, e Mario Pecoraro, di 45, entrambi di Bolognetta. Ed è nel paese in provincia di Palermo che gli indagati avrebbero scalato le posizioni fino a raggiungere un ruolo di vertice nella famiglia mafiosa.
Le indagini dei Carabinieri della compagnia di Misilmeri, coordinate dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, hanno analizzato il periodo della reggenza di Stefano Polizzi e quello successivo all’arresto di quest’ultimo, avvenuto nel dicembre 2018 nel blitz “Cupola 2.0”.
I due fermati si sarebbero messi a disposizione del capofamiglia, avvantaggiandosi dei vecchi rapporti con il capo mandamento di Belmonte Mezzagno, Salvatore Sciarabba, pure lui arrestato nel bliz del dicembre di tre anni fa.
Un capitolo delle indagini riguarda il condizionamento mafioso dell’attività dell‘amministrazione comunale che ha affidato commesse pubbliche agli indagati violando i principi di trasparenza e imparzialità.
Sclafani e Pecoraro si sarebbero liberati della concorrenza un altro titolare di agenzie funebri con la forza dell’intimidazione.
Infine c’è un ulteriore e delicato capitolo investigativo. Sarebbe stata preparata una documentazione falsa da produrre alla Corte di Appello di Palermo per ottenere la revoca della dichiarazione di fallimento della società I.C. Servizi srl. Successivamente avrebbero ripulire il corrispettivo della falsificazione reimpiegando il denaro nelle proprie attività imprenditoriali.
Nel corso del blitz sono state sequestrate tre aziende, conti correnti e il patrimonio immobiliare delle società per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro.