L’assenza di siciliani nel “governo dei migliori” ha lasciato l’amaro in bocca a buona parte degli attori politici in campo. Uno schiaffo davanti al quale i dirigenti dei partiti isolani non vorrebbero porgere l’altra guancia.
I papabili
Parte così il classico toto-nomi sui siciliani pronti ad occupare un posto da viceministro o sottosegretario, segnale manifesto delle grandi manovre alle quali si lavora a livello carsico. Gli occhi sono puntati soprattutto sul Movimento Cinquestelle. Alle ultime politiche la Sicilia fu una sorta di granaio di voti e davanti a questo dato e ai malumori interni gli uomini di Grillo e Casaleggio dovranno dare risposte.
Cinquestelle tra riconferme e polemiche
Due sono i nomi che circolano con maggiore insistenza tra le stanze dei palazzi romani e quasi certi di riconferma: l’ex viceministro Giancarlo Cancelleri e il sottosegretario uscente Alessio Villarosa. Sebbene le caselle da occupare rimangano un’incognita (Maggiori le chance di Cancelleri ai trasporti). Altri due i papabili spesso tirati in ballo: Vito Crimi e Laura Castelli. In attesa che il quadro si semplifichi tra i pentastellati siciliani scoppia una nuova polemica sulla parità di genere. La deputata regionale Jose Marano, coglie la balla al balzo, e attraverso una nota stampa invita i colleghi a fare spazio alle donne.
Pd: la strada è in salita
E sulle quote rosa va sotto anche il Pd. Il segretario Nicola Zingaretti ha annunciato che il torto subito dalle donne dem in termini di ministri sarà riparato con la nomina esclusiva di donne per i posti da vice e sottosegretario. Un premio di consolazione che rende ulteriormente complicata la strada dell’ex ministro per il Sud, Peppe Provenzano. Un fuoriclasse a cui i dem siciliani si troveranno realisticamente a rinunciare. Premesso che difficilmente un ex ministro possa andare a ricoprire un ruolo da sottosegretario le uniche vie sarebbero un ruolo da viceministro. Ma di peso come al Mise o al Mef. Una strada non semplice.
Lega e Forza Italia: le ipotesi sul piatto
Molto incerto anche il futuro dei leghisti siciliani che pure coltivano la speranza di piazzare un isolano nella compagine Draghi. “Al momento non ci sono certezze”, si sussurra tra gli alti ranghi del partito siciliano. Diverso il caso di Forza Italia. Gianfranco Miccichè, eminenza grigia dei berluscones siciliani, avrebbe posto sul piatto delle trattative il nome della senatrice palermitana Gabriella Giammanco. Stefania Prestigiacomo, fuori dalla partita dei posti di sottogoverno, è stata indicata invece dai vertici del partito come papabile vice presidente della Camera al posto della collega Mara Carfagna, una carica che però dovrebbe passare dal voto dell’aula. Tra i nomi dai tin pole ci sono la deputata gelese Giusi Bartolozzi e l’assessore regionale Gaetano Armao. Questa ipotesi potrebbe riaprire i giochi all’interno della giunta regionale e risolvere la questione delle quote rose che non pochi problemi ha creato al presidente Musumeci.
Centristi e tecnici: le partite politiche incrociate
Un discorso analogo vale per un altro assessore papabile sottosegrario: Roberto Lagalla. Complici i buoni rapporti con i ministri espressione del mondo accademico l’assessore potrebbe trovare uno spazio da tecnico e liberare una casella all’esecutivo regionale. Il nome del titolare della formazione è però legato a doppio filo con la partita delle prossime comunali di Palermo, variabile che rende il risiko ancora più complesso. Lo stesso vale per l’ex sottosegretario Saverio Romano, il cui nome è circolato parecchio nel palazzi romani. Il leader di Cantiere Popolare (che ha corso alle europee con la maglia di Forza Italia) potrebbe giocarsi la carta dell’ingresso in quota “Noi con l’Italia” di Maurizio Lupi. Un altro palermitano spesso tirato in ballo dai colonnelli romani del suo partito è Fabrizio Ferrandelli, leader siciliano di +Europa anche lui impegnato sul fronte della costruzione di un progetto in vista degli appuntamenti elettorali delle amministrative Palermo e delle regionali. Last but not least: Italia Viva. La triade siciliana più ricorrente è formata da Davide Faraone, Francesco Scoma e Valeria Sudano. Il profilo della senatrice catanese nel contesto del governo con poche donne e senza siciliana sembrerebbe calzare a pennello. Ma la diretta interessata smentisce le voci che da settimane circolano sui giornali.