Dove non poté (né potrà) l’agguerrito Carlo Calenda, riuscirono Salvo Ficarra e Valentino Picone (foto d’archivio), commissariando idealmente l’Isola, con gli strali felpati di ‘Sicilia Express’, la serie che sta spopolando su Netflix.
Il prodotto non verrà annoverato tra le vette dell’espressione artistica di tutti i tempi, ma va benissimo così: leggero, divertente e pungente nel descrivere, da siciliani, l’impatto con la vita di ogni giorno. La definiamo nello sviluppo quotidiano, ma, in fondo, è l’esistenza spigolosa di sempre.
Alzi la mano chi non ha pensato qualcosa come ‘paracadutateci su Malta’, alla sola idea di affrontare la Palermo-Catania. Chi non è andato a sbattere contro le inefficienze della sanità siciliana? Chi non ha immaginato una via di fuga – magari, non proprio un cassonetto – alle prese con il proibitivo ‘caro voli’?
Cose vecchissime e cose recenti, problemi antichi e rinnovabili. Certo, nella godibilissima trama, i picchi di contro-retorica abbondano con ingenua enfasi. Tuttavia, ai fini del presente discorso, interessa la sensazione di straniamento che resta appiccicata a visione conclusa, con un retrogusto di malessere.
Da spettatori si sorride e si ride, nelle evoluzioni della trama. Da siciliani addirittura si sghignazza nel riconoscere, in forma di gag, le piaghe (pure il ciaffico) di una terra.
Ma poi, un attimo dopo, si riflette: se le cose – non tutte, però molte – stanno così, io, nato e vissuto nel disagio, perché rido di gusto? Cos’è che ci diverte? Siamo tanto rassegnati da non sapere opporre altro?
Al tema della rassegnazione-inerzia dedichiamo uno spazio importante del giornale. Ne scrive Pippo Russo, amico di penna di LiveSicilia, da tanti anni, sul tema fantasioso del cassonetto viaggiatore. Ne scrive un’immensa artista come Elisa Parrinello che scatta una foto a Palermo, dal suo punto di vista ricco di sensibilità.
Nel colpo d’occhio globale, la verità assume un rintocco udibile. Viviamo nella Sicilia che ride del suo peggio, chinando, all’occorrenza, la testa, scansando l’impegno, tra una perenne sudditanza e scatti rabbiosi di populismo. Riconosciamolo con allegra mestizia: Salvo e Valentino hanno commissariato tutti noi.
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