La manovra dell'Ars e "la via della ricerca dell'equilibrio" - Live Sicilia

La manovra dell’Ars e “la via della ricerca dell’equilibrio”

Le mille bandierine della finanziaria. Ma alla Sicilia serve visione.
IL COMMENTO
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È confortante sapere che l’Ars intenda seguire la via della ricerca dell’equilibrio. Come? Ma con una finanziaria di 160 articoli stracolma di ogni sorta di norma, normetta, mancia e mancetta, nel bel mezzo della crisi economica più tragica che la Sicilia vive dal dopo guerra. C’è da rimboccarsi le maniche e ricostruire sulle macerie. Il legislatore regionale risponde così. Con una finanziaria – da domani la discussione – in cui gli emendamenti dei deputati hanno intrufolato la qualunque. Come il il Koshido Budo, appunto “la via della ricerca dell’equilibrio”, che “viene riconosciuta dalla Regione come disciplina marziale e come metodo educativo originario della Sicilia in quanto nato, sviluppato e divulgato nel territorio della Regione”. Cioè, non parliamo del karate o del judo, qua parliamo di un’arte marziale autoctona, made in Sicily. E’ nata infatti a Serradifalco in provincia di Caltanissetta, nel cuore della Sicilia. È, si legge nel sito Internet, “una disciplina completa nei principi e nella tecnica, che possa essere aperta a tutti e nella quale ognuno possa trovare la propria dimensione e sviluppare la parte migliore di sé tramite lo studio di tutti gli aspetti dell’Arte”. Il che sembra molto bello e affascinante.

E però, con tutto il più sincero rispetto per l’arte marziale sicula, appare veramente curioso il volere inserire cotanta norma dentro la legge di stabilità che dovrebbe gettare le basi per la faticosa ripartenza della Sicilia. Eppure la norma c’è, articolo 140, è sopravvissuta allo stralcio. Cioè, qualcuno ha pensato di inserirla, nella fattispecie il forzista Michele Mancuso, la commissione Bilancio l’ha tenuta e la presidenza dell’Ars non l’ha stralciata. Resiste il Koshido Budo, insieme a tutta un’altra serie di piccole e grandi perle, nuove fondazioni che nascono, sconti sulle tasse dei cacciatori, rassegne di cinema, aumenti per i portavoce. Un bellissimo, si fa per dire, patchwork di pezze colorate a rammendare una coperta sfilacciata, perché di soldi ce n’è pochi e se una cosa degna davvero di nota questa manovra fa è quella di tagliare la spesa come ci ha imposto il governo nazionale. Serviva visione, oggi più che mai.

Perché, sia chiaro, qui non si fa moralismo d’accatto come se ogni soldo pubblico speso fosse di per sé buttato e il fatto che si mettano delle risorse nello sport (vedi l’arte marziale sopra citata, una nobile iniziativa che sicuramente farà bene alla vita di tanti giovani) o nella cultura (c’è pure una rassegna cinematografica in finanziaria) non scandalizza in sé. Quello che non funziona è degradare la legge di stabilità, che dovrebbe esprimere la strategia che la classe dirigente della Sicilia ha adottato per affrontare la difficile situazione attuale, in un collage di strapuntini senza una vaga idea di insieme, completamente scollegati tra loro.

Serviva visione, dicevamo. Ma le bandierine dei singoli deputati al momento resistono, come scalpi da esibire dopo la battaglia ai propri elettori. Senz’anima e senza visione, ha definito il Movimento 5 Stelle la manovra, facendo notare ironicamente che, purtroppo, tra le norme cassate prima di arrivare in Aula ci fossero persino le vie dei selfie, di cui in effetti si sentirebbe il bisogno.

E sì, ne avrebbe proprio bisogno questa classe politica siciliana di una sana ricerca dell’equilibrio. E della misura. E del senso del momento. E di un’attività legislativa che fosse adeguata alla disperazione in cui grossi pezzi dell’Isola sono piombati con la pandemia. Un timido suggerimento: una seduta straordinaria dell’Ars a Serradifalco. Magari in kimono. Chissà che il Koshido Budo non mostri la strada dell’equilibrio ai deputati.


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