Voti, favori e intercettazioni: ci sono indagati eccellenti - Live Sicilia

Voti, favori e intercettazioni: ci sono indagati eccellenti

Ecco le frasi registrate dalle cimici del nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza.

CATANIA – Ci sono indagati eccellenti nella maxi inchiesta della guardia di finanza Sipario, che ha colpito il cuore del clan Cappello – Carrateddi, arrestando un pezzo da novanta, l’imprenditore Orazio Buda e il consigliere di quartiere Mauro Massari, re delle preferenze di Librino, eletto con Forza Italia nel 2018. Tra loro anche insospettabili ed esponenti della Catania bene, come ha verificato Livesicilia. In uno degli episodi che riguardano i presunti favori della politica, spunta, in un capo d’indagine, il nome di Alfio Drago, accusato, insieme al consigliere comunale Salvatore Peci, di corruzione elettorale. Inizialmente, Peci ha confermato a LiveSicilia che Alfio Drago fosse “il fratello di Filippo”, ma da una verifica, effettuata dal giornale, delle date di nascita, emerge che si tratterebbe di un geometra residente a Palermo, dipendente regionale.

Le indagini

Le cimici erano piazzate, da tempo, per l’inchiesta sulle relazioni pericolose di Orazio Buda, imprenditore, cugino del boss Orazio Privitera. Dentro, nei files audio raccolti dal Gico, ci sono finiti favori, rapporti con politici di centrodestra, soldi e voti. Si tratta di un’inchiesta poderosa, condotta dalla Pm Barbara Tiziana Laudani.

“Una macchina da soldi”

Lui, Buda, è un personaggio centrale, una “macchina da soldi”, come ama definirlo Salvatore Bonaccorsi, figlio, pentito, del boss dei Carateddi Concetto Bonaccorsi. Non proprio un tipo tranquillo, questo Buda. Almeno secondo il racconto del figlio del boss. Buda “aveva organizzato – ha rivelato il pentito – l’uccisione del figlio di mio padre addirittura utilizzando un carro funebre e dei soggetti vestiti da becchini”.

“Salutatemi Pogliese”

Orazio Buda viene intercettato mentre rivendica il “contributo offerto – scrivono i magistrati – per l’elezione dell’attuale sindaco di Catania, Salvo Pogliese, grazie al sostegno fornito a Massari e a Salvatore Peci, candidato in una delle liste a sostegno di Pogliese”.

I finanzieri accertano solo il nome dell’interlocutore di Buda, “Marco”, l’imprenditore in odor di mafia è chiaro, riferendosi al primo cittadino, estraneo alle indagini: “Salutamelo tu se vuoi!”. “Siete amici?”, chiede un altro presente alla conversazione e Buda aggiunge: “Ti ho detto salutamelo…”. E quando l’interlocutore chiede che rapporti abbia con Salvo Pogliese, lui sottolinea di non averlo aiutato direttamente per le votazioni, ma attraverso “Massari, Mauro Massari”. Nulla di rilevante per la magistratura, il sindaco Salvo Pogliese non è indagato e, contattato da LiveSicilia ha preferito non commentare queste dichiarazioni.

Presunto incontro

Nel luglio del 2018, il figlio di Orazio Buda, Santo, contatta il neo vicepresidente della municipalità di Librino Mauro Massari per un incontro. “Eh no m’bare chiamagli subito.. chiamagli intanto m’bare perché è una cosa importante ah”. Massari contatta Alfio Allegra, presidente della sesta circoscrizione del comune di Catania. Buda ha bisogno di una proroga della concessione dopo il dissequestro del chiosco dopo l’operazione della Dia guidata da Renato Panvino. A quel punto Allegra rassicura il consigliere Massari e organizza un incontro con l’assessore all’Ambiente Fabio Cantarella. Di ogni passaggio burocratico, Massari informa Buda. “Dove Ci vediamo? – registrano le cimici – all’assessorato all’ecologia mbare, che francamente non so nemmeno dov’è, forse dove c’era il bar Scardaci e poi sempre alle quattro con Cantarella per te”. A carico dell’assessore all’Ambiente non c’è alcuna contestazione da parte della magistratura. Contattato da LiveSicilia, Cantarella spiega di “Non ricordare alcun incontro con Massari, di non avere il suo numero”. Aggiunge Cantarella: “Che competenza potrei avere io, in materia di chioschi, guidando l’assessorato all’ambiente che ha dichiarato guerra alla mafia? Sulla legalità sono molto attento e rispettoso delle leggi, chi mi conosce lo sa”.

Le accuse a Drago e Peci

L’accusa è corruzione elettorale. Orazio Buda è indagato insieme ad Alfio Drago e Salvatore Peci, candidato ed eletto al consiglio comunale nel 2018. Drago sarebbe stato intermediario “per assicurare il buon esito dell’iter amministrativo propedeutico al rilascio della concessione”. Drago e Peci avrebbero promesso, in cambio di voti, la concessione per l’apertura di un bar/chiosco ad Aci Castello in favore di Claudio Indelicato. LiveSicilia ha contattato Salvatore Peci e siamo in attesa di una replica alle ipotesi degli inquirenti.

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