Buda resta in carcere ma cade l’accusa di mafia - Live Sicilia

Buda resta in carcere ma cade l’accusa di mafia

Il Tribunale del Riesame, inoltre, ha disposto la restituzione di alcune società sequestrate.
OPERAZIONE SIPARIO
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CATANIA – Orazio Buda resta in carcere, però il Tribunale del Riesame di Catania ha annullato alcune contestazioni inserite nell’ordinanza firmata dal gip. Alla fine, discostandosi dalle intenzioni iniziali, l’avvocato Vito Di Stefano (coadiuvato dall’avvocato Stefania Barone) ha deciso di impugnare la misura. Non è cambiato nulla a livello cautelare per Orazio Buda, ma il collegio presieduto da Ignazia Barberino e dai giudici Enrico De Masellis e Laura Benanti ha stabilito l’annullamento dei capi d’imputazione relativi alla partecipazione dell’indagato al clan Cappello-Bonaccorsi e alle intestazione fittizie di società e quote societarie (finite sotto sequestro nell’ambito dell’inchiesta Sipario) con l’aggravante mafiosa. Restano in piedi le altre accuse di corruzione elettorale e i vari episodi di estorsione. Sarà fondamentale leggere le motivazioni, che saranno depositati tra 45 giorni, per comprendere se le valutazioni del Riesame si basano sui gravi indizi di colpevolezza o sulle esigenze cautelari. 

Il Tribunale della Libertà inoltre, accogliendo il ricorso di Angela Privitera e Fortunata Toscano, assistite dagli avvocati Vito Di Stefano e Sergio Ziccone, ha stabilito la restituzione della società Royal srl e Speciale Boys srls che erano state sequestrate. Annullata anche la misura reale a carico di Vincenza Coco, difesa da Di Stefano, che possiede l’altra quota societaria della Royal. 


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