La Barbera: "Covid, ecco perché ora siamo più a rischio"

La Barbera: “Covid, ecco perché ora siamo più a rischio”

Lo psichiatra: "Comportamenti rilassati in zona rossa".
L'INTERVISTA
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2 min di lettura

Professore Daniele La Barbera, lei è uno psichiatra molto conosciuto, per cui le poniamo una domanda semplice, ma dalla risposta complicata.
“Prego”.

Palermo è in zona rossa, ma si nota in giro un atteggiamento rilassato, quasi da scampato pericolo, eppure il Covid circola con forza. Perché succede questo?
“Sì, è vero, ma il punto non riguarda soltanto noi, riguarda tutti. Uno degli aspetti che mi ha colpito di più è la nostra incongruenza mentale ed è un discorso generale. Per tornare a noi: un anno fa eravamo a un livello di pericolo molto minore. Oggi ci sono i vaccini, ma l’immunizzazione è incompleta, mentre sono spuntate le varianti che presentano una diffusività maggiore. Eppure, annotiamo comportamenti, come diceva lei, rilassati. Per strada ci sono tante persone, molti indossano la mascherina distrattamente. E’ esperienza comune”.

Come mai?
“Per la stanchezza. La nostra mente è disponibile a cambiare in un periodo breve, se la mutazione deve essere mantenuta per un anno, beh, c’è appunto un effetto stanchezza, ci sono saturazione e affaticamento. Oltretutto, non c’è più l’impatto forte della paura, come se ci fossimo abituati, nonostante il pericolo”.

Da psichiatra che ipotesi ne ricava?
“Proprio che la nostra mente, specialmente sotto stress, non funziona sempre in modo congruo e razionale e che può scegliere aspetti più emotivi, con uno scarso senso di confronto con la realtà, è una caratteristica messa in chiaro dalla pandemia”.

Come abbiamo reagito alla novità assoluta?
“C’è chi ha cercato la sublimazione nella creatività, chi ha sviluppato altruismo e solidarietà in forma maggiore. Purtroppo, ci sono state e continuano a esserci forme di difesa mentale dannose come la negazione della pericolosità del virus. Perfino qualche scienziato ne è stato vittima”.

C’è una comprensibile necessità di ritorno alla normalità, in termini sanitari, economici e complessivi. Ne conviene?
“Certo, le vicende drammatiche si moltiplicano. Ma dobbiamo capire che salute ed economia vanno di pari passo e che dovremo mettere in sicurezza, al possibile, la prima per salvare la seconda. Noi, poi, non abbiamo la cultura della rinuncia”.

Che significa?
“Che, in un contesto consumistico, viene complicato dismettere, anche temporaneamente, i nostri stili di vita. E così ci mettiamo di più a rischio, come sta accadendo, specialmente adesso, con i nostri atteggiamenti. Magari diamo la colpa alla politica, a questo, o a quello. Ma il vero nemico è il Covid”.

Dunque?
“Tutti abbiamo il dovere di essere responsabili, di proteggere noi stessi e gli altri”.

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