Vaccino, paure legittime ma non la violenza dei No-Vax

Vaccino, paure legittime ma non la violenza dei No-Vax

Verso l'obbligo vaccinale
SEMAFORO RUSSO
di
3 min di lettura

Non è solo il racconto drammatico della dottoressa Tiziana Maniscalchi dell’Ospedale Cervello di Palermo, sul rifiuto delle cure da parte di no-vax, fatto a Roberto Puglisi. Ormai abbiamo esempi sempre più numerosi e preoccupanti, riportati dalla stampa, che vedono protagonisti i cosiddetti no-vax in comportamenti che vanno dal criminale – in ultimo l’operazione di polizia su imput della Procura di Milano che ha bloccato sul nascere il tentativo di azioni violente armate in occasione di manifestazioni di protesta contro vaccini e green pass in sei città – al “semplice” atteggiamento ostile e ostruzionistico che però fa perdere molto tempo ai sanitari sia nei nosocomi, mettendo ulteriormente a rischio la vita dei ricoverati in larghissima maggioranza non vaccinati, sia, addirittura, nei centri di vaccinazione.

Impedire le violenze

Qui non si tratta, quindi, di coloro che seppur sbagliando a nostro giudizio nel rifiutare i vaccini – farebbero bene a fidarsi dei medici che lavorano nei terribili reparti Covid e dei dati allarmanti sui contagi gravi in non vaccinati – comunque mai si sognerebbero di partecipare a violenze di piazza o di recarsi provocatoriamente in un hub a ostacolare dottori e infermieri in fase di vaccinazione; no, qui si tratta nel peggiore dei casi, sicuramente minoritari, di delinquenti o, nel migliore, di gente aggressiva fuori dai normali parametri di ragionevolezza, che va certamente aiutata a riflettere ove possibile, da neutralizzare con i mezzi previsti dall’ordinamento giuridico per impedire danni a chi ha tutto il diritto di vaccinarsi tranquillamente e all’intera comunità nazionale che ha tutto il diritto di uscire al più presto da un’eterna emergenza sanitaria.

La politica e l’emergenza infinita

Un’emergenza sanitaria infinita pure per colpa di chi rifiuta il vaccino e della follia di chi organizza feste e festini con decine se non centinaia di invitati senza alcun dispositivo protettivo, va in giro senza mascherina o addirittura benché positivo. Sul piano politico, a fronte della irresponsabilità di Matteo Salvini che insegue Giorgia Meloni nei sondaggi avallando di fatto le “intemperanze” dei no-vax registriamo un indirizzo assai prudente e intelligente del premier Mario Draghi, nella ricerca di una mediazione accettabile con la Lega, tendente a una progressiva estensione dell’uso del green pass fino a giungere, nelle prossime settimane, ad una eguale progressiva estensione dell’obbligo vaccinale con legge o atto avente forza di legge. Un obbligo vaccinale, ovviamente, prescritto nelle forme, nei tempi e nei modi dipendenti dall’andamento della curva epidemiologica e da ciò che accadrà, per esempio, con l’apertura delle scuole in presenza.

Accettiamo le regole

In conclusione, una considerazione è opportuna. Normalmente quando una comunità viene colpita da un evento drammatico (calamità naturali, guerre, terrorismo, emergenze sanitarie) si compatta, abbatte ogni recinto politico, religioso, ideologico ed economico e costruisce un fronte unico dinanzi alla minaccia che in quel frangente la sovrasta. In una pandemia planetaria ogni cittadino responsabile accetta e condivide quanto può risultare utile a contenere i danni, per andare avanti, sopravvivere, aiutare il prossimo, rivedere la luce, mentre i politici con la P maiuscola lavorano per una unità di intenti nello sconfiggere un nemico che miete vittime, riempie gli ospedali e tiene in ostaggio milioni di persone condizionando le libertà personali, le relazioni sociali e l’economia. Ecco, facciamoci qualche domanda. 
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