CATANIA – Un’enclave di cemento con case mai completate e marciapiedi zuppi d’umidità è uno dei posti più inusuali in cui fare un comizio, per il leader di uno dei partiti più importanti in Parlamento. Ma le centinaia di persone accorse per ascoltare Giuseppe Conte a Lineri, una frazione di Misterbianco ai margini sia del suo comune di riferimento che di Catania, sembrano la rappresentazione perfetta di quelle periferie che durante le ultime amministrative hanno voltato le spalle al Movimento Cinque Stelle, rimanendo a casa e gettando i pentastellati in un periodo pericoloso fatto di malumori sempre più rumorosi e di leadership messe in discussione.
Anche per questo Conte, in Sicilia per un tour di appoggio ai candidati sindaci del Movimento alle prossime amministrative del 10 e 11 ottobre, durante l’appuntamento di Misterbianco a supporto del candidato Massimo La Piana cerca di riattizzare l’entusiasmo con un mix di nostalgia e tatticismo politico. Rievoca i tempi in cui era presidente del Consiglio e al tempo stesso vira a sinistra le parole d’ordine dell’elettorato grillino, dall’onestà al reddito di cittadinanza alla spesa in deficit. Cerca di riannodare dei fili, e qui, nel piccolo anfiteatro in cemento zeppo di persone di piazza Berlinguer, sembra riuscirci, a giudicare dall’entusiasmo delle persone che urlano il suo nome e gli chiedono di mandare a casa Draghi e tornare a Palazzo Chigi.
Autografi e grida
Nessuno sembra molto interessato alla politica locale, tra la folla radunata a Lineri. Chi fa dei cenni a problemi di Misterbianco è una candidata al consiglio che scalda la folla in attesa dell’arrivo di Conte, e che passa da un cenno sui termovalorizzatori ai vitalizi da ripudiare alla rivendicazione che il Movimento, “grazie a Cancelleri”, ha sbloccato grandi opere ferme da quarant’anni. La folla aspetta solo il Presidente, come lo chiamano tutti, e quando le sue auto arrivano in piazza un piccolo drappello si stacca per salutarlo, farsi firmare autografi e gridargli che lui è l’unica persona onesta, sotto gli occhi delle persone affacciate al balcone che si lamentano delle centinaia di persone in piazza che non rispettano le distanze.
Un rapido saluto di La Piana, candidato sindaco appoggiato dal Movimento Cinque Stelle, riscuote l’applauso più forte della giornata con un passaggio sul reddito di cittadinanza: “A Misterbianco ci sono 2025 percettori, il numero più alto di tutta la provincia di Catania, ci sono cinquemila persone che vivono dignitosamente grazie a lei. Dobbiamo difendere a mani nude il reddito”. In barba a ogni superstizione, La Piana esprime la speranza di rivedere Conte nel 2023, l’uno nel ruolo di sindaco, l’altro di presidente del Consiglio. Poi è il momento dell’ex presidente del Consiglio, salutato da un applauso e da un gruppetto di donne che proprio sotto il palco allungano le mani per stringergliele.
Passato e futuro
Conte ringrazia, si prende gli applausi e l’affetto, dice che è “un apprezzamento per quello che abbiamo fatto nel periodo più duro per il paese e per i risultati che abbiamo raggiunto con il nostro coraggio e determinazione”, poi inizia il suo discorso. Tocca raramente temi locali e mai quelli regionali, preferisce concentrarsi su quello che ha fatto. Al contrario del Movimento di appena tre anni fa che faceva del non scegliere tra destra e sinistra una bandiera, Conte sembra decisamente andare a braccia spalancate verso un’alleanza con il Partito Democratico, che non nomina mai ma che cerca di affiancare a sinistra. Come quando parla della ripartenza dell’economia: “Grazie alle misure che abbiamo introdotto c’è il 6 per cento di crescita del Pil, significa che corrono molte filiere produttive. Ma attenti: se facciamo correre l’economia senza governarla con la politica, i ricchi diventano più ricchi e i poveri più poveri. In piena pandemia abbiamo dimostrato che le politiche rigoriste che hanno strangolato l’Italia erano sbagliate”.
Prosegue con quello che ha fatto, Conte, con il bonus per le ristrutturazioni che starebbe facendo riprendere l’occupazione e con la possibilità di installare pannelli fotovoltaici e produrre energia, ma proprio nel momento in cui sembra perdersi nei tecnicismi come il Berlusconi del periodo declinante, una voce dal pubblico urla “Pensa se non ci fossi stato tu” e l’ex presidente del Consiglio riprende l’abbrivio, attacca a gamba tesa la Lega “che non ha ancora deciso che posizione prendere sulla campagna vaccinale” e Fratelli d’Italia, che accusa di avere glissato sulle inchieste giornalistiche che individuano una forte presenza neofascista all’interno del partito. Poi si rivolge a una donna del pubblico con una bambina in braccio e il tono ricorda altri tempi e altri modi di fare politica: “Quando metterai una croce sulla scheda, domani, pensa anche a tua figlia, al suo futuro qui a Misterbianco”.
“Tornerò”
L’ex presidente del Consiglio non fa promesse perché dice di non averne bisogno, si limita a ribadire il principale valore del Movimento, quell’onestà che una volta era uno slogan sillabato dalle piazze: “Non devo convincervi, ci avete visto operare, per noi l’onestà è il primo valore. E non a caso siamo in piazza Berlinguer, un faro dell’etica pubblica. Per carità, lui faceva parte di un altro partito, ma ha messo al centro della sua vita e della sua azione l’etica pubblica”. Ma alla fine dice più volte una cosa, “Guardate che tornerò, non sono qui solo per le elezioni”, che sembra più una rassicurazione fatta al Movimento che alla piazza di Misterbianco. Non ha l’intenzione di lasciare adesso che c’è malumore per la batosta alle amministrative, ed è ben consapevole che perdere in Sicilia, una delle vecchie roccaforti grilline, sarebbe un’ulteriore picconata al muro pieno di crepe del Movimento. Tornerà, non lascerà spazio a chi mugugna per la sua leadership, e non a caso invita i cittadini di Misterbianco a votare il candidato appoggiato dai Cinque Stelle: “Quando nel 2023 saremo di nuovo al governo ci sarà maggiore sinergia tra comune e Roma”.
Tutto finisce con i cartelli da firmare, i selfie, le grida di stima, persino qualche madre che passa a Conte un bambino per una foto. Di Misterbianco ha parlato il candidato sindaco, Conte si è occupato di consolidare i rapporti con le persone che si sentivano rappresentate dalla sua presenza a Palazzo Chigi, e che continuano a chiedergli quell’impegno: tornare.