Riesplode la protesta a Mazzarino. A distanza di due anni dalla morte del giovane centauro Filippo Li Gambi, il comitato cittadino a lui intitolato ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la mancata rifunzionalizzazione del presidio ospedaliero “Santo Stefano”, così come previsto dal testo della riforma sanitaria voluta dall’assessore regionale Massimo Russo. La voce simbolo della protesta è Giovanni Li Gambi, padre del giovane: “A due anni dalla morte di mio figlio la situazione è peggio di prima. Massimo Russo non ha mantenuto le promesse ”.
Per questo motivo nascono i comitati cittadini che “urlano” nei giornali: “La sanità in Africa è meglio”. Questo succede soprattutto nei piccoli centri dove un presidio ospedaliero è l’assistenza sanitaria di molti paesi. Per quanto concerne l’area di Mazzarino, il testo della riforma “Russo” prevede la cessazione “immediata” delle funzione ospedaliere del presidio “Santo Stefano” e la sua rifunzionalizzazione in PTA. Nello specifico il piano consisterebbe nella attivazione di un PTE (presidio territoriale di emergenza) funzionante H/24; l’istituzione di una RSA; il potenziamento del servizio di ambulanze (ad oggi solo una è a disposizione del parco mezzi dell’ospedale); la messa in opera di servizi di assistenza domiciliare integrata e di un piano per l’assistenza ostetrica territoriale.
A seguito delle sollecitazioni del comitato, il dottor Paolo Cantaro, direttore generale dell’ASP di Caltanissetta, ha incontrato gli animatori dello sciopero. “Un ospedale con sei medici, tre anestesisti e cinque chirurghi -ha dichiarato il dirigente- è destinato al rilancio. É pure vero che ancora questa pianta organica non la vedete, ma conoscete la riforma assessoriale e tutti gli atti che l’azienda ha fatto per portare avanti i concorsi”. In attesa che il comitato “pro” Santo Stefano conosca la pianta organica i nuovi mazzarinesi vedranno la luce a Gela.
