Dietro gli striscioni anonimi “Siamo tutti indagati e condannati, vogliamo fare i deputati”, apparsi di notte per le vie di Palermo, si celava il movimento di Giovane Italia, che ha dato appuntamento ieri davanti l’Ars per un presidio provocatorio. I circa 50 militanti della Giovane Italia hanno presidiato l’Assemblea Regionale con dei cartelli sui quali campeggiavano ironicamente condanne o inchieste giudiziarie cui sono soggetti e grazie alle quali rivendicano un seggio all’Ars.
Motivo scatenante del presidio provocatorio il salvataggio del seggio dell’onorevole Catalano, condannato per abusivismo edilizio. Il movimento della Giovane Italia non è nuovo a queste iniziative. L’abbiamo visto in passato battersi per le dimissioni di Totò Cuffaro, contrastando l’intero partito di riferimento e ribadire l’esigenza di un’etica pubblica, nelle numerose iniziative in memoria di Paolo Borsellino. La questione morale torna, dunque, ad occupare la sua centralità tra i giovani.
Carolina Varchi, dirigente nazionale della Giovane Italia, dichiara: “Il caso Catalano è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Si è trattato dell’ultimo esempio deleterio della casta che si autoconserva”. Alberto Di Benedetto, uno dei tanti ragazzi presenti al presidio, continua: “ La nostra è una protesta trasversale. Nonostante siamo il movimento giovanile del Pdl, non intendiamo tutelare questo o quel deputato. Ci battiamo affinché la politica prenda possesso di un codice etico fino ad ora ignorato”. Se i più potrebbero considerare insolito che a muovere queste accuse sia proprio il movimento giovanile di un partito, che come altri è stato coinvolto in scandali giudiziari, Raoul Russo dell’esecutivo regionale del Pdl ritiene, invece, che “sia di fondamentale importanza che l’iniziativa abbia preso il via proprio dal movimento giovanile del Pdl. Deve essere, infatti, uno sprone per lo stesso partito affinché diventi il primo promotore ed attuatore del codice etico dei partiti. I siciliani sono sempre più stanchi di vedere i loro politici protagonisti di cronaca giudiziaria, piuttosto che di questioni politiche”.
Tra i partecipanti anche i ragazzi di Giovane Italia Catania. Pochi giorni fa, proprio in questa città 11 partiti hanno sottoscritto un accordo con il quale si impegnano a rispettare un codice etico. Giacomo Bellavia, consigliere comunale e presidente di Giovane Italia di Catania, è tra i promotori del protocollo. Afferma che “è necessario continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica affinché tutti i partiti possano rispettare un codice etico”. Giovane Italia ha chiesto lo scioglimento immediato dell’Ars ed il voto anticipato. Una provocazione forte che, però, è stata appoggiata da Salvo Pogliese, deputato regionale, che dichiara: “L’iniziativa dimostra la disaffezione che il popolo siciliano nutre verso la politica a causa delle anomalie dei deputati di Sala d’Ercole e non solo. È giusto rispettare la volontà dei cittadini andando al voto anticipato ed applicando un codice etico a tutti i partiti”.
Giovane Italia ha preannunciato altre iniziative volte a denunciare il malcostume di una politica lontana dall’etica pubblica. L’appuntamento, intanto, è fissato per la fiaccolata del 19 luglio in ricordo di Paolo Borsellino e gli agenti della scorta, nel 19° anniversario della strage di via D’Amelio, uno dei molteplici modi per affermare un’ idea di legalità che parta principalmente dalla classe politica siciliana.