Miccichè e la mossa del cavallo che spacca Forza Italia   - Live Sicilia

Miccichè e la mossa del cavallo che spacca Forza Italia  

Tiepida la reazione della Lega. Gli azzurri in fermento.
LA CANDIDATURA
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PALERMO – Il coup de théâtre di Gianfranco Miccichè irrompe nella palude del centrodestra siciliano. La candidatura in quota Forza Italia venuta fuori dalla riunione di ieri pomeriggio è salutata dai malpancisti della coalizione come una mossa del cavallo che spariglia le carte e mette i bastoni tra le ruote al bis di Musumeci. 

Il partito a pezzi

Una mossa però avventata che in primo luogo crea una frattura dolorosa dentro Forza Italia, un petardo che alla fine potrebbe deflagrargli tra le mani. Non bastano i toni dorotei della nota ufficiale per rimettere insieme i cocci del partito. La rottura con il senatore Renato Schifani (non invitato al conclave) è la spia che l’operazione non sarà indolore. Il caso siciliano sarà presto dibattuto nella Capitale dai cosiddetti “notai romani”. 

Roma chiama Palermo

Ma il filo con Roma non riguarda soltanto i big azzurri e i colonnelli spesso indispettiti dagli azzardi miccicheiani. Sul tavolo c’è l’unità della coalizione che, se continuerà a pensarsi tale, non potrà non inserire la Sicilia all’interno di un accordo complessivo di tipo nazionale. Come dimostra la tiepida la reazione del segretario regionale della Lega Nino Minardo alla notizia della disponibilità di Miccichè a scendere in campo che ricorda che di candidature si parlerà al momento opportuno. Criptica la nota diffusa dal deputato autonomista Roberto Di Mauro che parla di “un fattore di chiarezza che consentirà di avviare un confronto costruttivo tra candidati e programmi nei partiti della coalizione di centrodestra”.  Due gli elementi che saltano all’occhio: il riferimento alla coalizione e quello alle candidature plurime. Insomma, l’uscita del presidente dell’Ars fa da apripista ai partiti dell’attuale maggioranza per giocare a carte scoperte e indicare un loro candidato di riferimento. Un modo per mettere i bastoni tra le ruote al bis di Musumeci (significativo il voto di ieri su D’Urso). E perché no per consentire a Miccichè di intavolare al contempo un piano b cioè un nuovo campo, Ursula’s style, accelerando i processi innescati dal voto per il Colle. Uno scenario nuovo di zecca inaugurato, come nella migliore delle tradizioni, in terra sicula.  


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