Ceramica di Burgio, tradizione e passione: "Ogni pezzo è unico"

La tradizione della ceramica a Burgio: storia di una passione lunga 155 anni

Tutto sul prodotto e sulla bottega Caravella, fondata nel 1857 e "casa" di artigiani da cinque generazioni

Se si parla di ceramica nella provincia di Agrigento occorre avventurarsi nell’entroterra, salire sui monti Sicani e arrivare a Burgio, luogo in cui la lavorazione della terracotta assume peculiarità che la rendono unica. La ceramica di Burgio nasce sfruttando la grande presenza di argilla presente sul territorio. Si deve agli arabi l’inizio dell’attività di estrazione della risorsa naturale. Un’attività resa più semplice nel paese grazie alla presenza di fonti di alcuni corsi d’acqua. Numerose sono le aziende del settore, ma fra queste non passa inosservata la bottega Caravella. La ragione è semplice: visitando l’attività, ci si trova davanti a una bottega di ceramisti da cinque generazioni, attiva dal 1857. A fondarla fu Antonino Caravella, che “consegnò” l’attività al figlio Paolo; poi l’eredità passò al nipote Giuseppe, rispettivamente nonno e padre dell’attuale proprietario, Paolo Caravella.

La tradizione della ceramica a Burgio

Ad accoglierci e guidarci in azienda è la figlia Anna Caravella, “biglietto da visita” che promette che l’attività continuerà ancora per molti anni. Con orgoglio dice: “Sono la prima donna in questa lunga tradizione patriarcale”, e ci racconta di una Sicilia che cambia e che, sebbene all’interno di un’impresa familiare, crede nell’imprenditoria femminile.

Come nasce la ceramica di Burgio

Una tradizione artigianale porta con sè un mondo di storie, personali e produttive. Ecco come nasce quindi la maiolica artistica burgitana. Una volta estratta, l’argilla viene collocata a cumuli per poi essere divista in stocchetti. Per la lavorazione dell’argilla si utilizza la balata. L’argilla viene impastata come il pane – spiega Anna Caravella –. È una lavorazione importante perché serve a eliminare le impurità. Una lumachina potrebbe infatti fare scoppiare il pezzo”. Sul tornio l’argilla viene modellata a piacere dell’artigiano. Poi si passa al forno, dove i prodotti verranno cotti una prima volta. Si arriverà così a un prodotto grigio chiaro, e si andrà a eliminare una parte di umidità pari al 90 per cento. “Sono passaggi delicati in cui l’errata cottura rischia di comportare la successiva rottura di un’intera infornata”.

Successivamente, i prodotti saranno decorati e cotti per la seconda volta. “Prima si lavorava tutto l’inverno – racconta Caravella – e l’argilla veniva lasciata ad asciugare. Poi per otto giorni si dava fuoco al grande forno di oltre 10 metri cubi, esistente dal 1600. Tutto il processo è rimasto invariato, eccetto per il forno e il tornio, oggi a gas ed elettrico, un tempo a legna e a pedale”.

ceramica burgio agrigento

La ceramica tra “marchi di fabbrica” e ricerca

“Marchio” della ceramica di Burgio è un fiore stilizzato. A questo particolare elemento decorativo si arriva grazie all’introduzione del giallo nelle lavorazioni. In origine, invece era un ramoscello di ulivo con le olive all’estremità. Questa simbologia si ripete in ogni vaso. Ma la città si contraddistingue anche per alcuni tipi di vasellame come la fioriera con i merli, caratterizzata dagli archi nella parte superiore, che richiama il castello medievale di Burgio.

ceramica burgio agrigento

Nella sua “officina”, Paolo Caravella continua a modellare e stagnare le ceramiche secondo le forme e le tecniche apprese, ereditate e gelosamente custodite, senza mai abbandonare la ricerca di nuove forme e decori. Rimangono invariate anche le forme: cannata, badaloccu, limmuna, lemma, burnìa, giarruni, alberellu, baccaredda, sculapasta, bummulu, grasta, mattonelle votive, oggetti che nei secoli scorsi si usavano nella vita quotidiana.

Ulteriore peculiarità della ceramica di Burgio è la coloritura, che continua a essere smaltata con gli stessi elementi usati sin dal XVI secolo, plumbi, stanei, rene e azoli, rispettando rigorosamente sempre le stesse coloriture con predominio del fondo giallastro, il verde, il bruno-marrone, giallo e azzurro. “Rispetto a quella di altri produttori locali – spiegano i Caravella – la nostra ceramica è meno lucida e i colori non sono mai identici. La coloritura avviene mediante l’impiego di ossidi naturali. La nostra è una ceramica stagnata – aggiunge Anna – quindi sono la densità dello stagno e la reazione che ne ha con il forno, che determinano l’intensità del colore. Ogni pezzo è unico”.

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