Una nuova ordinanza di custodia cautelare per associazione mafiosa è stata notificata in carcere dalla squadra mobile della Questura di Catania a Orazio Finocchiaro, 40 anni (nella foto), figura emergente del clan dei ‘Carateddi’, nell’ambito dell’inchiesta sul piano per uccidere il sostituto procuratore della Dda Pasquale Pacifico, che coordina le inchieste sulla cosca Cappello. Agli atti del fascicolo sono stati acquisiti nuovi elementi di prova rispetto a quelli già contestati nel marzo scorso all’indagato dalla Procura di Messina.
Secondo l’accusa, Finocchiaro, durante la detenzione nel carcere di Udine, con alcuni ‘pizzini’ aveva ordinato l’assassinio del magistrato per il suo impegno antimafia sulla cosca. A rivelare di essere stato incaricato da Finocchiaro di uccidere Pasquale Pacifico è stato l’ex collaboratore di Giustizia Giacomo Cosenza. I messaggi venivano recapitati in carcere grazie a un detenuto comune che faceva da ”postino” tra Finocchiaro, sottoposto al 41 bis, e gli esponenti del clan.
Sarebbero di Orazio Finocchiaro i ‘pizzini’ con i quali il luogotenente del clan dei Carateddi avrebbe ordinato dal carcere di uccidere il pm Pasquale Pacifico. La conferma arriva da accertamenti eseguiti da carabinieri del Ris, che hanno anche escluso che siano stati vergati da Giacomo Cosenza che li ha consegnati alla Procura. La perizia smentirebbe tesi dell’indagato, secondo la quale non sarebbe stato lui a scriverli ma l’ex collaboratore di giustizia che utilizzava come ‘amanuense’. La notizia è stata data dal procuratore capo di Catania, Giovanni Salvi, rivelando che le indagini della squadra mobile avrebbero accertato anche “un tentativo di riorganizzare il gruppo Cappello-Bonaccorsi” e quello di Finocchiaro di “accreditarsi come nuovo capo”.
Il procuratore ha reso noto anche che “Finocchiaro ha rinunciato al ricorso che aveva avanzato al Tribunale del riesame di Messina, contro la prima ordinanza di carcerazione, non presentandosi all’udienza”. “Abbiamo rafforzato – ha detto Salvi – l’ipotesi dell’esistenza di un reato associativo, che è quello per cui noi procediamo, e ci sono indagini ancora in corso”. Sull’attentato al sostituto Pasquale Pacifico, il procuratore ha aggiunto che si era “alla fase preliminare di preparazione e le fasi esecutive non erano ancora progettate”. “Quel ‘cesso’, vedi che non deve vivere” e per questo “buttargli tutti i 32 colpi in testa”, si legge nel ‘pizzino’. “Se tu non esci (dal carcere, ndr) lo facciamo fare lo stesso il posto a ‘Pacif’ – prosegue il messaggio – stai tranquillo”. Il ‘pizzino’ si conclude con una raccomandazione e un saluto da sms: “brucia il biglietto, T.V.T.B. (Ti voglio tanto bene, ndr)”.