E’ stato approvato l’ordine del giorno che impegna il governo a promulgare la Finanziaria senza le parti impugnate dal Commissario. Ma non c’è pace sui documenti contabili della Regione. La riunione tra le forze politiche in Commissione bilancio, durata tre ore, è terminata con l’ennesimo strappo. E la seduta d’Aula che sta per iniziare si prospetta molto tesa.
“Adesso daremo battaglia”, infatti, annunciano i capigruppo di Pdl e Grande Sud Innocenzo Leontini e Titti Bufardeci. E il motivo dello scontro, è spiegato dallo stesso Leontini: “Avevamo dato il nostro ok – dice – a sistemare solo la faccenda riguardante il mutuo. E siamo pronti ad approvarlo”. Il problema, però, è sorto per gli altri ddl presentati dal governo in Commissione. Tra cui quello che prevede la trasformazione dell’accantonamento negativo da 192 milioni in un taglio. “Ma questo significa – ha attaccato il vicepresidente Santi Formica – cancellare le risorse per i Comuni, i trasporti, le isole minori”. L’opposizione, insomma, su questo fronte avrebbe chiesto “un po’ di tempo – dice Leontini – per esaminare la questione con maggiore attenzione”. “Magari – ha aggiunto Formica – con calma si può trovare il modo, magari, di tagliare la Tabella h, piuttosto che prevedere i tagli agli enti locali”.
Adesso che succede? Di fronte a uno scontro aperto, in Aula che non è detto abbia i numeri per approvare i ddl. E il tempo stringe al punto da far riaffiorare l’ipotesi dello scioglimento dell’Ars.
Alle quattro e mezza circa del pomeriggio la Commissione bilancio si era riunita per scrivere i testi dei tre disegni di legge nei quali sono confluite le parti della Finanziaria impugnate dal Commissario dello Stato. Ma anche in questo caso, quello che sembrava, o doveva essere, un semplice passaggio formale, come detto, si è complicato.
Il primo disegno di legge, il numero 898, servirà per “salvare” il mutuo da 558 milioni: la soluzione trovata, anche sulla base delle indicazioni di una recentissima sentenza della Corte Costituzionale, è quella di legare la cifra a singoli capitoli di bilancio.
“Per la prima volta – ha spiegato l’assessore Armao – la Consulta ha chiesto non solo che si indicasse l’ammontare del mutuo la destinazione per investimenti, ma si chiede di legare le cifre a singole unità previsionale di base”. Capitoli che dovranno riguardare, appunto, solo spese per investimenti. Il mutuo non potrà essere usato, infatti, per spese riguardanti, ad esempio, i Forestali, gli enti locali, il personale dell’Eas. “Si tratta di spese obbligate, non obbligatorie” ha precisato proprio oggi però il capogruppo Antonello Cracolici. Spese, insomma, che la Regione può anche decidere di non erogare. Ma in Commissione si sarebbe trovata la soluzione anche per pagare questi stipendi. E la soluzione sarebbe in un Fondo da circa 70 milioni con i quali si copriranno anche le spese per l’ex tabella H. Insomma, almeno su questo disegno di legge, l’accordo s’è trovato. I problemi sono altrove.
Il secondo disegno di legge, infatti, ““Determinazione dei Fondi globali”, riguarda la nuova conformazione delle voci di bilancio in seguito ai corposi tagli della Finanziaria. Un testo fatto più di tabelle che di parole.
Scompare nei vari documenti, l’accantonamento negativo da 192 milioni, che diventerà un taglio. Una scelta che farebbe saltare 75 milioni per i Comuni, e una cinquantina complessivi per trasporto pubblico e isole minori. Ma il Pd preparerà un ordine del giorno col quale impegnare il governo a operare una manovra con la quale reprerire questi fondi. “Per salvare quantomeno – hanno commentato Giovanni Panepinto e Baldo Gucciardi – i soldi per i Comuni, i trasporti e le isole”.
Infine, nel terzo ddl confluiranno, di fatto, buona parte delle norme impugnate. Non tutte, ovviamente, perché in alcuni casi governo e deputati dovranno tenere conto di evidenti contraddizioni, sottolineate anche oggi dal presidente dell’Ars Francesco Cascio: “Ci sono norme che contraddicono al tre norme”. Anche su questo, nessun accordo.
E adesso si riaffaccia lo spettro dello scioglimento dell’Aula. Secondo le voci di corridoio, si tratterebbe quasi di una scelta gradita a qualche deputato, di fronte all’impossibilità di trovare la quadra sui conti. Più vicine del previsto le elezioni anticipate?