Maxi confisca di beni, per un valore di quasi nove milioni di euro, al defunto imprenditore empedoclino Giuseppe Burgio, deceduto la scorsa estate, considerato per anni il re indiscusso della grande distribuzione in provincia di Agrigento. Ad eseguire il decreto, emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Agrigento, la Divisione Anticrimine della Questura e i militari del Nucleo Economico Finanziaria della Guardia di Finanza. Passano, dunque, definitivamente allo Stato ben cinque immobili (tra Agrigento, Roma, Porto Empedocle e Gela), 14 automobili e 11 rapporti bancari/assicurativi per un totale di 8 milioni e 247 mila euro . Il provvedimento ha riguardato anche due magazzini ubicati nel comune di Realmonte, per un valore complessivo di 50 mila euro, come contropartita di pietre preziose di ingente valore ma che non furono mai rinvenute.
L’inchiesta
Giuseppe Burgio, imprenditore conosciuto per essere stato leader della grande distribuzione in provincia di Agrigento, è deceduto la scorsa estate in seguito ad una grave malattia. L’empedoclino era stato coinvolto nel 2016 nella maxi inchiesta Discount, nota per essere ancora oggi la più grande distrazione di beni (circa 50 milioni di euro) mai verificatasi nell’agrigentino. Per questa vicenda Burgio fu condannato in primo grado ad 8 anni di reclusione ridotti poi a 6 anni in Appello.
Al centro dell’indagine quattro società del gruppo imprenditoriale che, secondo l’accusa, furono assoggettate ad una gestione “comune” in violazione di ogni normativa civilistica e contabile e, soprattutto, in spregio delle ragioni dei creditori. Un secondo filone investigativo, sfociato in un processo attualmente in corso davanti la prima sezione penale del tribunale di Agrigento, vede coinvolti diciannove tra dirigenti dell’Unicredit, consiglieri di amministrazione e componenti del collegio sindacale accusati di aver aiutato in qualche modo l’ex re dei supermercati a distrarre la maxi somma attraverso omissioni e anomalie.