ADRANO. Un dolore che non passerà mai. Del resto, come sarebbe possibile rimarginare una ferita così profonda? La morte del giovanissimo e appena 15enne Francesco, ha scosso tutti. Per chi non lo conosceva è diventato il figlio di tutti noi: una vita spezzata in un modo che non riesci a immaginare.
Il cuore maturato nell’amore dei genitori e della sorella. Vittima quest’ultima del fato: di un destino inaccettabile e per il quale non ha colpe. Lei e Francesco. Insieme sino all’ultimo istante di una serata tragica e da cancellare per sempre.
La chiesa di Santa Lucia ad Adrano è piena di tanta gente. Di centinaia di persone. La comunità adranita non è voluta mancare. C’è tanta commozione. Tanta incredulità. E, certo, anche un dolore incontrollabile che attraversa la navata dell’edificio sacro e si ferma a quella bara bianca alla quale partono un segno di croce e tante, inevitabili, lacrime.
Il rito funebre è stato officiato dal vescovo di Nicosia, Giuseppe Schillaci (“Ci affidiamo e affidiamo la famiglia di Francesco alla fede”, ha detto) e ad essere presenti anche i compagni di classe di Ciccio, così com’era chiamato affettuosamente.
E’ una folla commossa quella che lascia la chiesa e accompagna Francesco per l’ultima volta: palloncini, applausi e poi il silenzio.
E, infine, il dolore. Quello che nessun balsamo riuscirà mai a lenire.