I tre pescherecci mazaresi ‘Boccia II’, ‘Maestrale’ e ‘Antonino Sirrato’ e i loro 19 uomini di equipaggio possono lasciare Bengasi dove erano stati condotti lo scorso 7 giugno dopo esser stati sequestrati a 42 miglia dalla costa libica da cinque miliziani libici armati. Gli armatori dovranno pagare una multa complessiva di quattromila euro. Lo ha deciso la Corte militare davanti alla quale stamani sono comparsi i marittimi, assistiti dalla diplomazia italiana.
I marittimi sono stati assistiti dall’Ambasciata italiana a Tripoli, dal Consolato italiano, dalla Presidenza del Consiglio italiana e dal Distretto produttivo per la pesca Cosvap. La Corte di Bengasi ha scagionato i marittimi dall’accusa di avere pescato nella zona di pesca esclusiva libica e ha fatto decadere l’altra ipotesi di reato di avere pescato reperti archeologici sommersi. Quest’ultima imputazione era legata al fato che a bordo di uno dei pescherecci erano stati trovati alcuni cocci di anfore che erano rimasti attaccati alle reti durante una battuta di pesca. “Siamo soddisfatti di come sono andate le cose. La sentenza emessa proscioglie i nostri marittimi dall’avere pescato nella zona di pesca esclusiva della Libia perché non vi è alcuna prova che conferma ciò, mentre non cita minimamente la questione relativa al ritrovamento di alcuni cocci di anforé, ha detto all’Ansa il console italiano a Bengasi Guido De Sanctis. “La multa inflitta di complessivi quattromila euro è meno di un quarto di quella massima prevista. – ha aggiunto – In questa vicenda la giustizia ha dovuto fare il suo corso per questo sono trascorse diverse settimane dal sequestro che era stato operato. Siamo in un Paese che esce da una dittattura di 42 anni e ora anche il settore giudiziario sta cercando di trovare il proprio equilibrio. Il caso dei pescherecci mazaresi è stato comunque trattato con una certa urgenza grazie anche all’immediato intervento della diplomazia italiana e del Distretto produttivo per la pesca Cosvap”.