PALERMO – “Non si può più andare avanti. Rischiamo la chiusura”. Sono queste le parole riecheggianti di molti degli imprenditori del capoluogo, schiacciati dal peso insostenibile del caro bollette. Panifici, bar, tabaccherie, ristoranti, parrucchiere, quasi nessuno è escluso. Facendo un giro per le vie di Palermo si scrutano i volti rassegnati e preoccupati dei commercianti, raccontano tutti la medesima realtà. La crisi energetica li sta mettendo in ginocchio.
Le testimonianze
“I costi dell’energia e delle materie prime, ma più in generale della vita, sono raddoppiati”, lamentano i gestori della nota panineria Dainotti’s, dal cuore del mercato del Capo di Palermo. Vincitori nel 2019 del programma “4 Ristoranti” di Alessandro Borghese, con la loro friggitoria, sono ormai punto fisso di ritrovo dei giovani che vogliono gustare le prelibatezze “del migliore Street-food palermitano”, a pochi passi dal Teatro Massimo. Tuttavia, nonostante il successo e la clientela affezionata, non sembra si possano tamponare ancora a lungo gli effetti della crisi. Anche per “I picciotti del Capo” ci sono mesi nei quali si lavora quasi esclusivamente per coprire i costi di gestione. Al netto del cambio di fornitore e della tipologia di contratto della luce, studiato per ridurre le spese, si nota un sensibile aumento dei costi in bolletta rispetto all’anno precedente.
“Quello che prima pagavo in un anno di consumi adesso dovrei pagarlo in 3 mesi” denuncia invece Gioacchino Quartaro, diventato il simbolo dell’aumento dei prezzi. Panificatore molto conosciuto dai palermitani per la varietà del suo pane e le squisite leccornie sfornate nei suoi laboratori di gastronomia. Quartarato è probabilmente il più colpito dalla crisi e dalle ”compagnie elettriche che hanno commesso abusi. 80 mila euro di luce – denuncia – non posso pagarli. Entro dicembre abbasseremo tutti la saracinesca se il governo nazionale non dovesse intervenire velocemente sulla questione. Noi imprenditori, siamo già parecchio indebitati. Voglio essere d’esempio per tutti i miei colleghi, ai quali dico di non pagare, per non rendersi complici della speculazione delle grandi società energetiche che, oggi, hanno aumentato in maniera sproporzionata i costi generando extraprofitti senza giusta causa”.
A conferma delle dichiarazioni di Quartararo, anche i proprietari di molti altri panifici della città. Le spese, sul fronte energia stanno diventando sempre più corpose. “Per non parlare di farina, uova, zucchero, sale, è tutto sensibilmente aumentato rispetto al 2021”.
Cambiando quartiere e genere di attività il risultato non cambia. Solo in casi sporadici gli esercenti si “salvano” grazie alle tariffe bloccate dei contratti vigenti. È questo il caso della tabaccheria Giannopolo di corso Tukory. I gestori infatti non riscontrano ”grosse differenze rispetto all’anno scorso”, almeno “per adesso. Nulla vieta che magari il mese prossimo arrivi la mazzata”.
Spiazzati dall’aumento dei costi dell’energia anche i gestori di “SpanuVestelavoro”, specializzati nella vendita di abiti e accessori sportivi e da lavoro, di via Aquileia. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno registrano il doppio delle spese. Nella stessa situazione anche parrucchieri e tantissime altre attività.
Insomma, la crisi tocca da vicino quasi tutti i settori commerciali e tipologie di attività del capoluogo. Per usare le parole di uno degli imprenditori intervistati: ”Servono misure urgenti a sostegno di famiglie e imprese. Si spera che il nuovo Governo metta in campo risposte concrete e che lo faccia al più presto”.