PALERMO – La foto ricordo della nuova squadra di governo è sbiadita appena qualche ora dopo essere stata scattata. Dal voto in aula sulle vicepresidenze emerge un dato politico evidente: la maggioranza perde pezzi, troppi. Al punto di non riuscire esserlo, nei fatti, in aula. Il segnale che arriva dal mancato primo posto dell’azzurra Luisa Lantieri in favore del pentastellato Nuccio Di Paola è inequivocabile: i 32 voti totalizzati dalla deputata, a fronte delle due assenze dei pasdaran miccicheiani Nicola D’Agostino e Tommaso Calderone, dicono che Sala d’Ercole rischia di diventare un vero e proprio Vietnam.
I malumori per le scelte effettuate in occasione della composizione della giunta (l’amaro calice servito dagli alleati di Fratelli d’Italia e tracannato dopo numerose, quanto vane, resistenze dal presidente) attraversano, a livello carsico, i partiti della maggioranza. I due focolai principali sono Fratelli d’Italia (sarebbero annidati qui i tre franchi tiratori di ieri) e Forza Italia (spaccata in due gruppi, rappresentazione plastica di una crepa profondissima). La magra consolazione che arriva a tarda sera con i 36 voti totalizzati da Riccardo Gallo, in occasione del voto sui segretari, non bastano a lenire una ferita profonda. E i colpi il teatro di De Luca, lucidissimo nel giocare ora il ruolo di stampella della maggioranza ora quello di soccorritore dell’opposizione fino al gesto estremo della rottura con entrambi i fronti, lasciano presagire che la nuova legislatura sarà imprevedibile e lastricata di intoppi. Grattacapi seri per il presidente Schifani che oggi, in occasione della prima giunta, cercherà di mettere sotto il tappeto e derubricare a piccole e normali beghe di ordinaria amministrazione, ponendo sul tavolo della discussione dossier di peso. Un modo per fare valere la politica (con la P maiuscola) sulla politica politicante.