“Qui c’è in ballo la nostra vita”, grida una signora. “Dobbiamo chiudere la discarica, è aperta da 40 anni, non si può costruire la sesta vasca, abito a 300 metri da Bellolampo e devo stare con le finestre chiuse”, urla un ragazzo in maglietta e pantaloncini. “Ci fidiamo delle istituzioni, ma almeno diteci cosa dobbiamo fare”, supplica una ragazza rivolta al tavolo dei relatori.
E i relatori, questa volta, sono d’eccezione: il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, con la sua giunta quasi al completo, il direttore generale del Corpo forestale, Pietro Tolomeo, il commissario straordinario di Arpa Sicilia, Salvatore Cocina, e il presidente della Quinta circoscrizione Fabio Teresi. Al di là del tavolo, nella saletta del centro sociale di Borgo Nuovo, ci sono i cittadini del quartiere, che sono accorsi in massa all’incontro indetto dal sindaco per rassicurare la popolazione sulle conseguenze dell’incendio alla discarica di Bellolampo.
Una riunione fortemente voluta da Orlando per tranquillizzare i cittadini sull’allarme diossina e tentare di spiegare, ancora una volta, che “l’Amia non risponde al sindaco, ma a tre commissari nominati dal ministero per lo Sviluppo economico, che prendono un’indennità che non è certo quella del primo cittadino: non si sa nemmeno quanto guadagnano, è un mistero”.
Ma l’attenzione si è subito spostata sull’incendio e gli animi dei presenti, a quel punto, si sono surriscaldati. Urla, qualche momento di concitazione e Teresi costretto più volte a battere la mano sul tavolo per riportare alla calma e assicurare che tutti potranno parlare, uno alla volta. “Questa mattina – ha detto Teresi – abbiamo avuto una seduta del consiglio di circoscrizione e abbiamo votato un documento, convinti come siamo che l’incendio sia un attentato alla salute della città di cui non capiamo le finalità. Ci costituiremo parte civile nel processo contro eventuali responsabili”.
“Ho inviato una lettera al ministro dell’Ambiente, Corrado Clini – ha detto Orlando – che domani riferirà alla Camera. Siamo di fronte ad un incendio sicuramente doloso, e mi prendo la responsabilità di quello che dico. Ho chiesto al pm Ignazio De Francisci di approfondire questo aspetto e ottenuto dal Prefetto la convocazione del comitato per l’ordine e la sicurezza”. Una richiesta motivata da un preciso disegno che, secondo il sindaco, si celerebbe non solo dietro l’emergenza Bellolampo, ma anche dietro le pedonalizzazioni di Mondello e Acquasanta: “A Mondello non hanno protestato i commercianti, ma i posteggiatori abusivi che non sono più quelli di una volta; e i signori dell’Acquasanta, che poi nel tempo libero fanno un mestiere diverso da quello dei commercianti”.
Ma, secondo il Professore, la situazione non desta preoccupazione: “Se non sono state chieste misure speciali di protezione per gli operai che stanno lavorando in discarica, è perché evidentemente non ce n’è bisogno. Non ci hanno chiesto di evacuare le abitazioni, né di dire alla gente di chiudersi in casa”.
Niente allarmismi, dunque, come sottolinea Cocina: “Abbiamo fatto il possibile, lavorando anche nel fine settimana. E’ chiaro che la diossina c’è, è evidente, ma dai dati che abbiamo finora, e che saranno resi pubblici domani, non destano preoccupazione. Certo, dovremo vedere quelli che avremo di giorno in giorno. Ma la diossina non si esaurisce oggi. Abbiamo anche convocato le associazioni ambientaliste e dei consumatori per spiegare a tutti quello che sta succedendo. Continueremo a monitorare la situazione”.
