CATANIA. “Catania si trova a fronteggiare una fase storica, dal punto di vista economico, sociale e politico, che probabilmente mai era stata così incerta e fragile. Di certo, non lo era mai stata per così tanto tempo. Un quadro complessivo articolato, sebbene tutti gli sforzi possibili compiuti, che ha ampliato e rafforzato una condizione precaria preesistente della città, aggravata dal dissesto economico del 2018, prima, e dall’assenza “forzata” e a fasi alterne del Primo cittadino, poco dopo, rendendo la comunità catanese “orfana” di una guida politico-amministrativa e, soprattutto, di uno spazio comunitario di dialogo e di confronto costruttivo e permanente”. Inizia così il documento presentato ieri dalla Cisl etnea in vista del voto amministrativo di fine maggio. “Costruiamo tutto dal nuovo. Per un un patto territoriale di Comunità. Percorsi possibili per lo sviluppo e la sostenibilità della città”, è il titolo.
Le presenze
C’erano tutti, o quasi, i candidati sindaco. A partire da Maurizio Caserta, passando da Enrico Trantino, Riccardo Tomasello e Gabriele Savoca. Tutti a prendere nota delle proposte offerte dal sindacato che ha il quartier generale in via Vincenzo Giuffrida. Un documento pensato a partire da tre concetti-chiave (la via partecipativa, la visione olistica e la responsabilità) e 10 macro-aree d’intervento.
Per il sindacato erano presenti, oltre alla segreteria provinciale guidata da Maurizio Attanasio, con i segretari territoriali Rosario Portale e Lucrezia Quadronchi, anche Sebastiano Cappuccio, il segretario generale della Cisl siciliana. In platea c’erano anche i principali rappresentati dei partiti maggiori dell’Isola.
I contenuti
Un confronto aperto evocando le grandi figure del sindacalismo cattolico. “In un momento in cui si parla solo di candidature e non di programmi – ha detto Attanasio – proponiamo alla politica il Patto Sociale di Comunità per Catania “Costruiamo tutto dal nuovo”, riprendendo un passo dalla relazione di Giulio Pastore al primo Congresso confederale della Cisl, per rimarcare il messaggio di speranza e di responsabilità lanciato durante quella che era, nell’Italia degli anni Cinquanta, ancora una fase irta di difficoltà e di incognite per il modello del sindacalismo libero. Così come appare Catania oggi, con le dovute differenze, ma con analoga inquietudine”.
Perché la Cisl ha deciso di scendere in campo e suggerire una proposta al ceto politico-amministrativo catanese? “La nostra analisi – ha spiegato Attanasio – è partita dalle motivazioni che muovono dal nostro modo di interpretare il sindacato: una visione olistica e d’insieme, non molecolare e frammentata, dello sviluppo della città; la responsabilità che ci porta a essere partecipi di un processo evolutivo di sviluppo territoriale; la via partecipativa come metodo e modello di azione sociale e di rappresentanza”.