Da novembre tentava di ottenere la pensione per disabili gravissimi concessa dalla Regione e proprio quando stava per riceverla è morta. La storia paradossale e, come si vedrà, kafkiana è raccontata dal vedovo della donna, affetta da Sla.
Il racconto è stato affidato a una lunga lettera aperta. Dopo avere presentato istanza nel novembre 2022 a marzo 2023 la commissione medica ha ritenuto di potere accogliere l’istanza e riconoscere lo stato di disabilità gravissima.
Il racconto
“Credevo che a questo punto la procedura sarebbe stata agevole, ma invece il percorso da intraprendere sarebbe stato ancora lungo e tortuoso”, racconta l’uomo che aggiunge: “La prima informazione che mi viene data da uno dei medici della commissione è che avrei dovuto avviare una pratica giudiziaria per essere nominato Amministratore Fiduciario in modo da poter gestire questa ‘pensione’ in nome e per conto di mia moglie, dovendo sempre rendicontare tutte le spese sostenute al giudice tutelare.
“Nel frattempo – prosegue il racconto – vengo convocato dall’ufficio disabili gravissimi dell’ ASP di Palermo che invece mi dice altro, quello che in realtà serve, visto che la Commissione Medica ha giudicato mia moglie capace di intendere e volere è una procura speciale per firmare il cosiddetto ‘patto di cura’”, aprire un conto bancario intestato esclusivamente a mia moglie, gestire tutti gli aspetti amministrativi inerenti le somme versate, i rapporti con gli istituti di credito e sottoscrivere tutte le dichiarazioni richieste”.
La procura speciale
Trovato il notaio per realizzare l’atto questo ha chiesto che gli fosse fornito un certificato di un medico dell’Asp che attestasse che la moglie era capace di intendere e volere. L’uomo si mobilita così per chiedere il certificato alla commissione medica che ha giudicato la donna “disabile gravissima” ma cognitivamente capace. L’Asp ha così comunicato che sarebbe stato necessario compilare un modulo di accesso agli atti, pagare dei diritti di segreteria, inoltrare il tutto via mail ed aspettare una quindicina di giorni.
L’impasse si risolve grazie alla dichiarazione del medico che aveva in cura la donna. Con il documento si arriva al rogito della procura speciale e alla conseguente firma del “patto di cura”.
Ma questo secondo iter burocratico non è la fine della storia. Al momento della firma del patto, infatti, l’uomo ha chiesto quando sarebbe stata accreditata la pensione. La risposta è stata che questa non sarebbe arrivata prima di luglio a causa di una trasmigrazione tra sistemi informatici. Un problema che avrebbe potuto causare disagi ad altri 2500 che si trovano nella stessa condizione
La rassicurazione dell’Asp per i 2500 assegni
L’Asp però rassicura che il caso è stato isolato al solo patto oggetto della storia. “I circa 2500 assegni di cura erogati dall’Asp di Palermo sono stati pagati e saranno pagati con regolarità e senza alcuna interruzione o differimento”, fanno sapere dall’Azienda sanitaria provinciale.
“La liquidazione di aprile – spiega l’Asp – è stata anticipata dal giorno 5 del mese successivo (così come da prassi consolidata nel tempo) al giorno 20 dello stesso mese di aprile per consentire la migrazione dei dati ad un nuovo sistema informatico. Grazie all’impegno degli operatori, non ci sarà alcun differimento nei pagamenti e l’assegno di cura del mese di maggio sarà liquidato regolarmente entro i primi giorni di giugno. Si rassicurano, pertanto, tutti i fruitori, così come fatto più volte per le vie brevi dal responsabile del servizio, sulla regolarità dell’erogazione dell’assegno”.
L’Asp sul caso: ecco perchè non è stato erogato subito
Poiché la firma del patto è arrivata in piena trasmigrazione, per quanto riguarda la segnalazione, l’Azienda sanitaria provinciale afferma che “l’utente, che ha firmato il patto di cura il 5 maggio, riceverà, così come tutti gli altri disabili gravissimi, la liquidazione dell’assegno di cura di maggio, entro i primi giorni di giugno. Per quanto riguarda l’unico mese arretrato – ovvero aprile – sarà liquidato ad assegnazione della somma e comunque entro giugno così come comunicato per le vie brevi. Ci si scusa per il difetto di comunicazione che ha determinato una legittima preoccupazione da parte dell’utente”.