PALERMO – I traghetti per le isole avrebbero potuto trasformarsi, in caso di emergenza, in delle trappole. Ruota attorno a questo punto il sequestro ai danni della Caronte & Tourist eseguito dalla guardia di finanza di Palermo, su richiesta della Procura di Messina.
“Locali angusti”
La relazione dei tecnici già nel 2017 era stata impietosa. Ecco cosa scrivevano sulla nave Bridge in servizio da Milazzo alle Eolie: “I locali sono angusti e di esigue dimensioni e non consentono di ospitare eventuali accompagnatori e il transito è inibito alla sedia a rotelle appena superiore a centimetri sessanta. Inoltre i locali durante la navigazione dovrebbero essere chiusi con una doppia porta priva di oblò a presa d’aria. Le persone con mobilità ridotta così sistemate dovrebbero effettuare la traversata solo con la luce artificiale e il condizionamento di aria”.
Scale, corridoi e barriere architettoniche
La situazione si sarebbe potuta complicare “in caso di emergenza generale” perché “le persone a mobilità ridotta dovrebbero accedere al ponte superiore adibito a punto di riunione attraverso delle scale con un corridoio stretto ed angusto con oggettive criticità di transito per raggiungere il locale. Per altro in caso di abbandono della nave le stesse dovrebbero essere trasportate dall’uscita di emergenza con difficoltà oggettive di transito per arrivare alla zattera di salvataggio. Non vi è dubbio che la ristrettezza negli spazi di manovra renderebbe le operazioni di emergenza estremamente difficili e potenzialmente potrebbe ritardare o intralciare l’evacuazione sia delle persone a mobilità ridottasi che degli altri passeggeri”.
Non era solo una questione di “mero confort” di viaggio, come disse nel febbraio 2022 Vincenzo Franza, presidente del consiglio di amministrazione della compagnia di navigazione, ma di sicurezza. Nonostante le criticità la società ha continuato a gestire il servizio aggiudicato dalla Regione siciliana con una gara di appalto da 40 milioni. Per alcuni lotti la Caronte & Tourist è stata l’unica a presentare un’offerta e oggi opera in regime di proroga. La Regione ha pagato per il servizio, ma sono mancati i controlli.
I certificati di sicurezza dei traghetti
C’è un passaggio da annotare. Prima era la Capitaneria di Porto a rilasciare il certificato di sicurezza per le navi che la società ha ottenuto dal 2018 al 2021, a condizione che venissero superate le criticità. Quindi la competenza è passata al Rina, il Registro navale italiano. Nel frattempo Caronte & Touris ha contestato i provvedimento al Tar. In primo grado aveva ottenuto l’annullamento dei certificati di sicurezza della Capitaneria di Porto di Milazzo, la quale aveva dichiarato la non idoneità delle navi al trasporto di persone a mobilità ridotta.
Secondo il Tar di Catania, infatti, l’Autorità marittima non avrebbe potuto modificare la decisione dell’ente tecnico, il Rina, che aveva sì rilevato alcune deficienze, ma aveva comunque autorizzato il trasporto previo rispetto di alcune prescrizioni. La soluzione adottata da Caronte & Tourist fu di pubblicizzare la non idoneità al trasporto. Una soluzione che, secondo il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina Maria Militello “non appare certamente rispondere all’offerta di un servizio pubblico finanziato in quanto la informazione non consente soluzioni alternative a coloro che, pur essendo a mobilità ridotta, hanno necessità di accedere al servizio. Appiattirsi sulla pubblicità del mancato adeguamento del mezzo per accettarlo significherebbe legittimare il mancato adeguamento delle navi e al contempo offrire un servizio deficitario che metta le persone con mobilità ridotta nella necessità di accettare il rischio connesso al deficit del mezzo”.