La replica da palazzo degli Elefanti |"Debiti risalenti agli anni passati" - Live Sicilia

La replica da palazzo degli Elefanti |”Debiti risalenti agli anni passati”

Lunga risposta dell'amministrazione Stancanelli all'inchiesta di Livesicilia. Dalla Corte dei Conti ai debiti fuori bilancio, dai tagli alle spese alle opere pubbliche in cantiere, ecco a cosa sta lavorando la Giunta "per cambiare Catania".

Catania, le spese del Comune
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Palazzo degli Elefanti (Foto)

CATANIA – Il Comune di Catania replica con una lunga nota all’inchiesta di Livesicilia sulle spese di palazzo degli Elefanti. La nota esordisce rispondendo alla Corte dei Conti, che – all’interno di un documento svelato da Livesicilia – ha intimato l’adozione di misure correttive evidenziando la presenza di “incongruenze” tra i debiti fuori bilancio, a partire dal conteggio di “sentenze del 1905”. “L’attività di interlocuzione con la Corte dei Conti – dice il Comune a Livesicilia – ha carattere ordinario e le relazioni tra il Comune e la magistratura contabile sono improntate a fondamenti di leale e proficua collaborazione nell’interesse dei cittadini e degli enti locali, soprattutto in questa fase di risanamento finanziario per sanare i gravami finanziari di oltre un miliardo di euro, tra mutui e spese debitorie, ereditati dalle passate amministrazioni”.

L’amministrazione fa un excursus storico sottolineando che “negli ultimi quattro anni, a partire dal 2008, è stato finalmente invertito un trend debitorio in crescendo che si protraeva da oltre venti anni. Il debito, esclusi i mutui, attualmente ammonta a circa 230 milioni di euro a fronte dei 450 che si erano accumulati nel corso degli anni precedenti, grazie a una rigorosa azione di revisione delle spesa corrente avviata dal sindaco Stancanelli”.

Il Comune entra nel merito delle accuse della Corte dei Conti sostenendo che “i debiti fuori bilancio sono tutti riferiti a vicende risalenti negli anni passati, talvolta anche decenni, alcuni delle quali di consitente entità tali da incidere in maniera importante sugli esercizi finananziari correnti. A tale proposito – si legge nella nota – è forse utile ricordare che per sua stessa definizione ‘il debito fuori bilancio, è un evento che si concretizza quando il procedimento di spesa determina la menomazione di uno o piú principî ordinamentali previsti a presidio della struttura del bilancio di esercizio e della sua corretta utilizzazione'”.

E ancora: “Sulle spese di rappresentanza parlano anche in questo caso le carte: negli ultimi quattro anni esse sono state ridotte all’essenziale con un taglio di oltre il 90%. A meno che non ci si debba giustificare, quasi fosse una colpa, di una riunione a Roma convocata il 14 agosto(!) al Ministero dello sviluppo economico per un’importantissima vertenza di lavoro e di riunioni con la Cassa Depositi e prestiti e ministeri vari per questioni inerenti il Comune e la Città”.

La stessa riduzione di circa il 90% delle spese riguarderebbe “anche le spese per dirigenti e consulenti esterni. Si ricorda a tale proposito che nel 1994 i dirigenti di ruolo erano 152, nel 2004 invece i dirigenti erano 94. Purtuttavia, a quel tempo si attingeva per incarichi esterni mediamente per una quindicina di soggetti all’anno. La loro consistente riduzione avviata da qualche anno – dice ancora il Comune -, fa sì che attualmente i dirigenti interni di ruolo siano appena 24 (la metà delle previsioni della dotazione organica) a cui si aggiungono, altri tre esterni. Di questi, uno solo, il ragioniere generale entrato in servizio con questa amministrazione per mancanza di qualunque figura professionale interna all’ente in grado di reggere il delicato ruolo. Lo stesso dicasi per le spese di staff e i consulenti: molti di essi svolgono delicati ruoli anche nelle aziende partecipate senza percepire alcuna compenso ma duplicando invece l’impegno al servizio del comune e della città”.

E ancora, l’Amministrazione comunica a Livesicilia che tagli effettuati alle spese di rappresentanza, “a confronto con le spese del passato e di qualche altro ente è addirittura oltre il 90%. Ci si limita a constatare che anche in questo caso si è ridotto tutto all’essenziale, come mostrano con evidenza le documentazioni”.

Il Comune si concede anche un’analisi degli ultimi decenni sottolineando che “i mali di Catania hanno radici antiche. Eppure, finora, non sono state evocate giustificazioni rinfacciando a questa o quell’amministrazione scelte di dieci, quindici o venti anni addietro le cui conseguenze ancora si avvertono: vale per tutti il gravame delle rate di mutuo per spese correnti (vedi Amt) che condiziona pesantemente il bilancio comunale o qualche altra spesa frutto di cattiva amministrazione che ora si è costretti a pagare. Si è preferito operare senza appariscenza perché questa Città non ha più bisogno di autoreferenziali primi della classe ma, finalmente, di una guida condivisa espressione di serietà e rigore. Non sollecita forse le suggestioni, ma avere ridotto di oltre il 30 % l’allegra spesa corrente che portava diritti al baratro, non può essere sottaciuto anche per i tanti no che sono stati detti ai vecchi beneficiari”.

Ecco i progetti per il futuro: “Prossimamente – assicura il Comune – apriranno i cantieri di Corso dei Martiri, visto che dopo sessanta anni è stato risolto, alla luce del sole dei giudici del Tar, il contenzioso coi proprietari delle aree per sanare la ferita per cui decine di miliardi di vecchie lire sono stati infruttuosamente pagate dal Comune sul finire del secolo scorso. Il Prg, essenziale elemento di sviluppo, atteso da venti anni, è stato definito senza le consulenze miliardarie di un tempo. Per non parlare dell’evasione tributaria che a Catania aveva raggiunto livelli inaccettabili del 70%, creando una sperequazione da tutti tollerata, contrastata triplicando gli accertamenti e raddoppiando le entrate. Inoltre sono state azzerate le auto blu, eliminato ogni spreco per assessori, dirigenti e dipendenti (nel 1997 erano oltre 6 mila, ora poco più di 3 mila), senza fare un’assunzione nel comune o nelle partecipate i cui vertici non percepiscono alcuna indennità. Persino per riconquistare spazi per i pedoni e per le biciclette(piazza Duomo e Università, ma anche via Crociferi e San Giovanni Li Cuti) si sono dovute superare resistenze e strumentalizzazioni inimmaginabili”.

“In sostanza -conclude l’amministrazione comunale- si è percorsa la strada meno agevole, sicuramente meno appagante, della serietà e non quella delle facili illusioni da cui traggono origine i mali odierni di Catania. Tanto c’è ancora da fare ma solo coi suggerimenti e le proposte di chi ha sinceramente a cuore le sorti della città e con un rinnovato rigoroso e condiviso impegno, che travalichi le strumentalizzazioni di parte, si potranno trovare le soluzioni più utili per vincere le sfide del nuovo secolo”.


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