"Quello dei femminicidi è un vero e proprio bollettino di guerra"

“Quello dei femminicidi è un vero e proprio bollettino di guerra”

I recenti fatti di cronaca ed il commento della Segretaria provinciale del Pd
L'INTERVENTO
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CATANIA – Riceviamo e pubblichiamo l’intervento della Segretaria provinciale del Pd, Maria Grazia Leone, a proposito dei recenti fatti cronaca legati alla morte della 25enne di origine moldava Vera Schiopu e allo stupro avvenuto a Palermo.

Il movente non cambia: sono donne

“Una lista infinita di nomi che si aggiorna ogni 48 ore, il resoconto amaro di un bollettino di guerra: Mariella Marino, Angela Gioiello, Sofia Castelli, Celine Frei Matzohl, Anna Scala, Vera Schiopu. Cambia l’età, la provenienza geografica, l’estrazione sociale, la condizione economica e l’arma utilizzata, l’unica cosa che non cambia mai è il movente: sono donne. 
Colpevoli di essere donne che reagiscono, che si allontanano, che chiedono aiuto e si affidano allo Stato. Insomma, donne che vivono. Agosto non è il mese in cui si uccide e si muore di più è il mese in cui c’è abbastanza tempo per ricordarsi anche di questo orrore senza fine. Mossi a commozione, tutti, giusto il tempo di vedere il viso sui TG e poi scordarne il nome e le storia, sempre diversa e identica a se stessa.

Una “normalità” spaventosa

“Da Enna a Piano di Sorrento, passando per il femminicidio di Ramacca, ancora presunto, l’assassino è sempre un uomo, un maschio, fidanzato marito o ex. Responsabile resta, invece, sempre, la società civile, che si sconvolge davanti alla ferocia del branco a Palermo e alle coltellate – temute, previste e prevedibili – di una donna che aveva già denunciato. Responsabili sono gli uomini, e le donne, che non fanno fronte comune nel riconoscere la radice del problema, nel non volere guardare in faccia il sistema endemico/patriarcale, colpevole di questa “normalità” spaventosa.

Gli interrogativi

“Quando si metteranno in pratica le cose che si ripetono da anni? Quando si comincerà ad investire veramente sulla prevenzione e non solo nella repressione, che purtroppo – nella maggior parte dei casi – interviene a tempo scaduto, quando il crimine è già stato consumato.
Quando si metteranno a disposizione cifre concrete per il sostengo dei centri antiviolenza che adottano metodologie di intervento specifiche e per la formazione e la specializzazione delle forze dell’ordine? Quando si comincerà a velocizzare gli interminabili iter burocratici per la realizzazione delle case rifugio affidate a chi ha fatto della battaglia contro la violenza di genere l’unica ragione della propria attività. Quando saremo capaci di tirare fuori la testa dalla coperta dell’ipocrisia e riconoscere che serve, nelle scuole di ogni ordine e grado, l’educazione all’affettività, alla sessualità, alla relazione e alle differenze di genere?”.


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