Avviso 22, l'appello dei tirocinanti: "Noi, dimenticati dalla politica"

Avviso 22, l’appello dei tirocinanti: “Noi, dimenticati dalla politica”

Parla il portavoce, Oreste Lauria

PALERMO- “Siamo come invisibili, ecco gli invisibili dell’Avviso 22. Siamo padri di famiglia, non sappiamo dove sbattere la testa e ci sentiamo disperati. Non ne possiamo più”. Oreste Lauria porta l’eco delle richieste di un popolo che si sente abbandonato. Loro sono, dunque, i tirocinanti dell’Avviso 22. “Un bando – dice Lauria – che avrebbe dovuto facilitare il nostro inserimento nel mondo del lavoro, ma che non ha funzionato. Oltretutto, da quattro anni, aspettiamo il pagamento delle somme dovute a trecento colleghi. Tra adempimenti burocratici e lentezze, stiamo ancora aspettando”.

La storia di una illusione

“Eravamo in 1.741 – ricostruisce Lauria – appena in 170, tra il 2020 è il 2022, hanno ricevuto una offerta di lavoro mentre tutti gli altri sono ritornati a casa senza niente in mano. Siamo rimasti disoccupati, nessuna proposta è arrivata dal mercato del lavoro, viviamo in emergenza sociale. Siamo stati dimenticati dal governo regionale e dalle istituzioni della politica siciliana”.

Oreste è un fiume in piena: “Ci hanno formati per essere nuovamente disoccupati. Ad alcuni di noi è stato tolto il reddito di cittadinanza, altri già non potevamo percepirlo per mancanza di requisiti. Non abbiamo nessuno aiuto che possa darci sostentamento, siamo in difficoltà economica, si trova lavoro saltuariamente e sempre più precario e mal pagato. Siamo invisibili, come dicevo”.

L’appello alla politica

I tirocinanti hanno provato a farsi sentire. Ciclicamente alzano la voce, cercano di non essere dimenticati del tutto. “Purtroppo – dice il loro portavoce – la politica ci ha veramente messi all’angolo, come se non esistessimo. Non interessiamo alla maggioranza e nemmeno all’opposizione siamo molto delusi. Non facciamo altro che informarci negli uffici, io non faccio altro che andare al dipartimento regionale al Lavoro ed è umiliante. Rinnoviamo il nostro appello al presidente della Regione, Renato Schifani. Ci inviti e gli spiegheremo cosa stiamo passando”.


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