PALERMO – E se Giuseppe Auteri non fosse al corrente che gli investigatori lo stanno cercando? La difesa chiede la nullità del decreto con cui il mafioso di Porta Nuova è stato dichiarato latitante. Il giudice Cristina Lo Bue che lo sta processando conferma che Auteri è in fuga. Perché “la prolungata scomparsa costituisce improvviso cambiamento dello stile di vita ed è sintomatico della volontà di sottrarsi alla pendenza del processo”.
Ultime tracce l’anno scorso
Del giovane boss si sono perse le tracce da tempo. È diventato ufficialmente latitante il 6 luglio dell’anno scorso, e cioè dalla notte in cui i carabinieri sono andati a bussare alla porta della sua abitazione durante il blitz denominato “Vento”. Già dal precedente mese di settembre, però, nessuno sapeva più nulla di lui. Nemmeno i parenti e gli amici che andarono a chiedere informazioni a coloro che sarebbero stati successivamente arrestati. Il fratello disse di cadere dalle nuvole. Tutta una messinscena?
“Stralciate la posizione”
L’avvocato Dario Gallo ha sostenuto che al massimo l’imputato andrebbe dichiarato irreperibile e non latitante, stralciando la sua posizione da quella degli altri imputati. Non ci sarebbe la prova che Auteri sia a conoscenza dei provvedimenti giudiziari che lo riguardano. Volto noto il suo. Finita di scontare una condanna per mafia il capomafia Tommaso Lo Presti, soprannominato il lungo, lo ha voluto al suo fianco. Si occupava di gestire la cassa dove confluivano i soldi delle estorsioni e del traffico di stupefacenti. Un ruolo che avrebbe condiviso con Giuseppe Incontrera, l’uomo assassinato alla Zisa.
Nel 2010 finì nei guai giudiziari per la detenzione di alcune armi. Le attenzioni si erano accese su di lui perché faceva parte della cerchia di amicizie di Gianni Nicchi, astro nascente della mafia arrestato dopo alcuni anni di latitanza. Auteri era amico di Francesco Arcuri, il più fidato dei favoreggiatori di Nicchi. Resta un altro interrogativo, il più importante: dove si nasconde Giuseppe Auteri?