MESSINA- Condannato a due anni e otto mesi di reclusione, Marcello Intelisano, ex direttore della sede centrale dell’ufficio postale di Giardini Naxos, accusato di peculato e simulazione di reato.
Intelisano, arrestato nel febbraio scorso, fu accusato di essersi appropriato di oltre 160 mila euro, sottratti alle casse di Poste italiane. L’uomo disse di essere stato costretto all’azione illegale perchè sotto estorsione. Una di quelle classiche, quasi da manuale. Il racconto di Intelisano ai carabinieri della compagnia di Taormina, che lo arrestarono, fu ricco di particolari. Era settembre 2010, quando lui – disse – al rientro a casa dal lavoro, a Castelmola, fu affiancato da una vettura, forse una Land Rover nera, lungo uno dei tornanti. Da quell’auto – raccontò – che lo costrinse a fermarsi, scesero tre individui. Uno, calza in faccia e pistola in mano, accento napoletano, voleva soldi. Tanti. Duecentomila euro. Da qui, secondo la tesi di Intelisano, altri incontri, sino alla consegna di 160 mila euro: prima 50 mila, poi altri 50, dopo 30 e infine altri 30. Tutti sottratti dalle casse della sua agenzia postale.
“Avevo troppa paura per la mia famiglia”, disse ai carabinieri. Una versione credibile, quella del dirigente postale, se non fosse giunta troppo tardi. Giunta dopo che la direzione provinciale delle Poste di Messina, fiutando il losco nell’ufficio di Giardini, avvia un’indagine interna quando quella piccola unità di servizio supera il limite massimo di 75 mila euro nella giacenza di sicurezza in cassaforte. Chiedono spiegazioni al dirigente, ma le giudicano insoddisfacenti. È a questo punto che Intelisano corre ai ripari. Racconta ai carabinieri di quei napoletani che lo hanno minacciato di morte. Racconta di essere stato costretto a “prelevare” 160 mila euro dalle casse del suo ufficio. Ne propone la restituzione. Ma quel mea culpa tardivo non basta a Poste Italiane, che lo licenzia in tronco. E intanto scattano le indagini degli investigatori dell’Arma.
L’abitazione del sospetto viene perquisita, i carabinieri scoprono che moglie e figlio di Intelisano, qualche tempo prima, avevano versato la somma di 20 mila euro per l’acquisto di un albergo a Castelmola, facendosi carico di debiti per 80mila euro, precedentemente contratti dai proprietari. L’uomo viene arrestato. Oggi la condanna, emessa dai giudici della seconda sezione del Tribunale di Messina.